Early research suggesting that a popular non-psychoactive compound derived from marijuana might help prevent or treat Covid-19 warrants further investigation in rigorous clinical trials, researchers say.Several recent cannabidiol, or CBD, laboratory studies have yielded promising results, attracting media attention.However, many other potential Covid treatments that showed promise in test tubes, ranging from hydroxychloroquine to various cancer and other disease treatments, ultimately failed to show benefit for Covid-19 patients when studied in clinical trials.
Le prime ricerche che suggeriscono che un popolare composto non psicoattivo derivato dalla marijuana potrebbe aiutare a prevenire o curare il Covid-19 richiedono ulteriori indagini in rigorosi studi clinici, affermano i ricercatori.
Diversi recenti studi di laboratorio sul cannabidiolo, o CBD, hanno prodotto risultati promettenti, attirando l’attenzione dei media.
Tuttavia, molti altri potenziali trattamenti Covid che hanno mostrato risultati promettenti in provetta, che vanno dall’idrossiclorochina a vari trattamenti per il cancro e altre malattie, alla fine non sono riusciti a mostrare benefici per i pazienti Covid-19 quando studiati negli studi clinici.
di Liana Milella Fonte: Repubblica 16 Febbraio 2012
Via libera della Corte costituzionale a cinque dei sei referendum abrogativi sulla giustizia. Gli italiani potranno votare per cancellare la legge Severino sulla incandidabilità e decadenza di parlamentari e uomini di governo condannati a 2 anni, sulla separazione delle carriere dei magistrati, sulla stretta alla custodia cautelare, sul via libera alle candidature per il Csm senza bisogno di un numero di firme tra 25 e 50 e sul voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazione dei magistrati. Sono cinque dei 6 referendum proposti dalla Lega e dal partito Radicale, ma presentati da otto Regioni governate dal centrodestra. La Consulta ha giudicato inammissibile, invece, il quesito sulla responsabilità civile diretta dei magistrati e quello sulla cannabis, una bocciatura che arriva il giorno dopo il no al referendum sull’eutanasia.
A spiegare le decisioni della Corte Costituzionale è stato il suo neo presidente Giuliano Amato che è tornato proprio sul tema del fine vita: “Leggere o sentire – ha sottolineato – che chi ha preso ieri la decisione sull’eutanasia non sa cosa sia la sofferenza mi ha ferito. La parola ‘eutanasia’ ha portato a tutto questo. Il referendum era sull’omicidio del consenziente, che sarebbe stato lecito in casi ben più numerosi e diversi dall’eutanasia”. L’altro referendum delicato, quello sulla cannabis, è stato bocciato perché – ha proseguito Amato – “non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali”. E prosegue: “Il quesito era articolato in 3 sotto quesiti. Il primo relativo all’articolo 73 comma 1 della legge sulla droga prevede che scompare tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, ma la cannabis è alla tabella 2, quelle includono il papavero, la coca, le cosiddette droghe pesanti – già questo è sufficiente per farci violare obblighi internazionali plurimi che abbiamo e che sono un limite indiscutibile dei referendum. E ci portano a constatare l’inidoneità dello scopo perseguito”, conclude.
Secondo il presidente della Corte Costituzionale “i temi valoriali sono i più importanti e sono quelli che dividono la nostra società. Il nostro parlamento sarà che è troppo occupato dalle questioni economiche ma forse non dedica abbastanza tempo a cercare di trovare le soluzioni. I parlamentari lavorano ma hanno grosse difficoltà a mettersi d’accordo su questi temi. È fondamentale che in Parlamento capiscano che se questi escano dal loro ordine del giorno possono alimentare dissensi corrosivi della coesione sociale”.
Ora, sui cinque referendum dichiarati ammissibili, si voterà in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. A indire la consultazione sarà un decreto del Presidente della Repubblica dopo la decisione sulla data del Consiglio dei ministri. Tuttavia, se prima del giorno in cui è previsto lo svolgimento del referendum il Parlamento abroga le norme oggetto della consultazione, l’Ufficio centrale per il referendum dichiara che le operazioni relative non hanno più corso.
“Ho firmato i due quesiti con la speranza che cambi qualcosa. Bisogna adesso andare a votare e cambiare le cose in maniera civile”. Walter De Benedetto, malato gravemente di artrite reumatoide e diventato simbolo delle difficoltà dei pazienti in cura con cannabis terapeutica, racconta le sue sensazioni rispetto ai referendum su cannabis ed eutanasia. “Sono stufo che qualcuno paragoni l’erba alla droga”, spiega De Benedetto, che nel 2019 finì a processo per spaccio dopo che i carabinieri di Arezzo avevano trovato nella sua serra numerose piante di cannabis. “Quella che mi passava lo Stato non mi bastava e io – ricorda – ho cominciato a farmela da solo. Anche per trasgredire una legge che mi sembrava stupida”. Assolto, come da richiesta del pm, Walter ha proseguito la sua campagna di sensibilizzazione sul tema della cannabis con Meglio Legale. E sull’eutanasia è molto franco: “Se ci ho pensato? Certo, è normale, ma in passato. Quelli son pensieri che uno fa quando si sente finito. E io quei pensieri non li faccio più”.
«Non ho mai creduto agli appelli come strumento di pressione politica, ma per il caso di Walter De Benedetto è importante fare un’eccezione. Si tratta di una crudeltà non necessaria. Questi dolori di centinaia di malati nel nostro paese, inutili e crudeli, non devono ripetersi. Presidente, se può, quando può, come può, intervenga lei» Lo ha detto Emma Bonino in un video messaggio inviato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La Senatrice si è fatta portavoce e prima firmataria dell’appello che l’uomo, affetto da oltre trenta anni da una grave forma di artrite reumatoide, aveva rivolto lo scorso 20 ottobre, grazie al sostegno di Meglio Legale, alla massima carica dello Stato. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
La battaglia di Walter De Benedetto con MEGLIO LEGALE
Caro Presidente Mattarella,
mi appello a Lei perché un anno fa ho provato a rivolgermi alle Istituzioni, quella volta sono venuto fino a Roma dopo un viaggio difficoltoso ma per me pieno di speranza.
La mia richiesta di aiuto è anche un atto di accusa contro un Paese che viola il mio diritto alla salute, il mio diritto a ricevere cure adeguate per mio dolore. Che è un diritto garantito dall’articolo 32 della Costituzione.
E non solo non mi garantisce questo diritto fondamentale, ma mi persegue davanti alla legge per aver provato a risolvere da me il mio stato di necessità. Oggi oltre ad essere malato e inchiodato a un letto sono anche indagato davanti al tribunale di Arezzo per coltivazione di cannabis.
Caro Presidente, mi appello a Lei perché non ho più tempo per aspettare i tempi di una giustizia che ha sbagliato il suo obiettivo, e non ho più tempo di aspettare le ragioni di istituzioni così caute da essere irresponsabili. Il dolore non aspetta.
Mi sono già rivolto al nostro governo, e al presidente della Camera lo scorso anno: da allora la mia malattia è andata veloce ed è andata veloce anche la giustizia: così mi trovo indagato per le piante di cannabis coltivate nel mio giardino con l’aiuto di un amico. Chi non è andato affatto veloce, e anzi è rimasto fermo, è questo governo e questo Parlamento.
La mia malattia si chiama ‘Artrite reumatoide’, mi è stata diagnosticata a sedici anni dopo tre mesi di febbre altissima. Si tratta di una malattia degenerativa e negli ultimi anni è avanzata a grandi passi, costringendomi a letto e soprattutto costringendomi a sopportare un dolore non sopportabile eppure continuo. Non c’è una cura per la mia malattia, ma c’è il modo di soffrire un po’ meno. E con la cannabis io riuscivo a soffrire un po’ meno. Ma, anche se ne ho diritto e se ho una prescrizione medica che me lo consente, non riesco a ottenere la quantità giusta che mi occorre per affrontare il dolore che quotidianamente mi accompagna.
Per questo ho deciso di fare da me, visto che l’aumento delle dosi di cannabis terapeutica mi stava aiutando ho deciso di violare la legge assumendomene tutte le responsabilità. Ho deciso di coltivare delle piante di cannabis nel mio giardino perché io al mercato nero non ci vado, alla criminalità organizzata non darò mai un centesimo.
Oggi sono senza terapia e per giunta sono indagato e rischio il carcere.Il sistema è stato rapidissimo ad applicare la legge, i Carabinieri sono stati ineccepibili e molto sensibili con me. Io mi chiedo: dov’è il Parlamento quando deve difendere e migliorare le sue leggi?
La cannabis è illegale nel nostro paese, e questo fa sì che ancora oggi rimangono tabù sul suo utilizzo medico. Per come la vedo io, Presidente, ad essere illegale dovrebbe essere solo il dolore.
Caro Presidente, io rimango, nonostante tutto, aggrappato alla vita. Ma il dolore non aspetta. Ed è un vostro dovere istituzionale confrontarvi con questa mancanza.
Egregio Presidente, con la presente ci permettiamo di trasmetterLe una lettera e un video appello che Walter De Benedetto vuole portare alla Sua attenzione e …4 pagine
REGIONE PIEMONTE BU8S1 25/02/2016 -Indirizzi procedurali ed organizzativi per l’attuazione della Legge Regionale n. 11 del 15 giugno 2015 – Uso terapeutico della canapa
A relazione dell’Assessore Saitta: Con la Legge Regionale n. 11 del 15 giugno 2015, la Regione Piemonte ha approvato l’uso terapeutico della canapa e dei principi attivi cannabinoidi, nell’ambito del Servizio Sanitario Regionale, nel rispetto della normativa nazionale in materia e, in particolare, del Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 9 ottobre 1990, recante “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”, del Decreto Legislativo n. 219 del 24 aprile 2006, “Attuazione della direttiva 2001/83/CE (e successive direttive di modifica) relativa ad un codice comunitario concernente i medicinali per uso umano, nonché della direttiva 2003/94/CE”, del Decreto Legge n. 23 del 17 febbraio 1998, recante disposizioni urgenti in materia di sperimentazioni cliniche in campo oncologico e altre misure in materia sanitaria, convertito con modificazioni dalla Legge n. 94 dell’8 aprile 1998 e del Decreto ministeriale 11 febbraio 1997 (modalità di importazione di specialità medicinali registrate all’estero). …………………. (vedi PDF Completo)
REGIONE PIEMONTE BU24 18/06/2015 – Legge regionale 15 giugno 2015, n. 11
Uso terapeutico della canapa. Disposizioni in materia di utilizzo di farmaci cannabinoidi per finalità terapeutiche e promozione della ricerca e di azioni sperimentali prodromiche alla produzione da parte di soggetti autorizzati. Il Consiglio regionale ha approvato promulga la seguente legge:
Fonte Youtube – (Natur Canapa) : Franco Casalone durante il suo intervento al 4.20 Hemp Fest di milano svoltosi dal 3 al 5 maggio 2019 fa un’importante e grave denuncia contro il mancato rinnovo delle licenze per poter riprodurre i semi di Cannabis italiani, si perderanno le varietà dioiche in modo da non poter più produrre Cannabis light in Italia. Questo comporterà la perdita di possibilità di lavoro, la perdita della tradizione della Canapa Italiana e si potranno acquistare solo varietà estere con molte più complicazioni.