Cannabis, dal dolore all’anca all’insonnia: quando gli anziani si curano con la marijuana

Rassegna Stampa: del 30 Settembre 2024 di Michele Bocci Fonte: https://firenze.repubblica.it/cronaca/2024/09/30/news/cannabis_anziani_dolore_insonnia_cure-423527044/

I dati di Pisa, dove sono seguiti circa mille pazienti. In 50 hanno più di 90 anni

Dolore al ginocchio, all’anca, problemi di artrosi: la cannabis terapeutica è una risorsa per i pazienti anziani con problemi cronici, quindi per trattamenti anche prolungati. Anche di oltre 90 anni. A Pisa sono centinaia in trattamento con la marijuana, all’interno di un gruppo ampio, di quasi mille persone, che vengono seguite utilizzando i due principi attivi principali della canapa, cioè il cbd e il thc (considerato sostanza stupefacente perché psicoattivo).

Un’alternativa terapeutica

Sono ormai dieci anni che la cannabis terapeutica è entrata nel sistema sanitario italiano e Giuliano De Carolis, anestesista algologo della terapia del dolore dell’azienda ospedaliera pisana e della “pain unit and palliative care” della casa di cura San Rossore di Pisa, traccia un bilancio. In pochi in Italia hanno i suoi dati in fatto di pazienti anziani. “Di solito, per queste persone il dolore cronico si tratta con farmaci come il cortisone o gli oppiacei, oltre a quelli specifici per l’artrosi. Il problema è che danno effetti collaterali, ad esempio di disidratazione”. La cannabis ha permesso di sviluppare un’alternativa terapeutica efficace.

Come si usa

Oggi si usa prevalentemente sotto forma di olio, gli infusi, che alcuni anni fa erano molto utilizzati, rappresentano ormai il 10% delle preparazioni. “Il paziente assume l’olio con il cucchiaino, oppure lo versa su un biscotto o su un pezzetto di pane”, dice De Carolis. I vantaggi della sostanza, spiega il medico è che “agisce su più aspetti, quindi non riduce solo il dolore. Ad esempio favorisce l’appetito e anche il riposo notturno. Ha effetti sulla sfera psicologica perché è rilassante”. A Pisa stanno raccogliendo i dati dei pazienti. Sono ormai arrivati a oltre duemila, circa la metà dei quali vengono seguiti in questo momento. “Abbiamo anche ultra novantenni, una cinquantina, che traggono beneficio dalla cannabis”.

“Meno effetti collaterali”

La cannabis di solito non è la prima scelta contro il dolore cronico. Si parte con terapie diverse. “Ma appunto gli effetti collaterali poi spingono verso questo farmaco – dice De Carolis – che, come sempre succede con i medicinali, non funziona su tutte le persone a cui lo somministriamo. Ma quando è efficace dà ottimi risultati”. Il medico spiega anche che in questo periodo l’approvvigionamento va abbastanza bene. Negli anni ci sono stati problemi produttivi, da parte dello Stabilimento Chimico farmaceutico di Firenze, e di importazione dall’estero. “Oggi va meglio, altre volte a fine anno eravamo già in difficoltà”.

La legge del 2015

In Italia, l’uso terapeutico della cannabis è regolato dalla legge 242 del 2015, che ha consentito l’accesso alla terapia. Secondo la legge italiana, la cannabis terapeutica può essere prescritta dai medici specialisti in determinate condizioni mediche, come il dolore cronico, la sclerosi multipla, l’anoressia, l’epilessia grave, il glaucoma e altre sindromi neurologiche. Nella pratica quotidiana, i medici la utilizzano anche per altri problemi.

Cannabis terapeutica, frenano i consumi. “I medici la prescrivono meno, colpa anche della burocrazia, superiore a quella dei farmaci con morfina”

Rassegna Stampa: del 3 giugno 2024 di di Michele Bocci – Fonte: https://www.repubblica.it/cronaca/2024/06/03/news/cannabis_terapeutica_consumi_calano_prescrizioni_burocrazia-423152393/

Dopo otto anni consecutivi di crescita, nel 2023 è stata distribuita meno sostanza. E il bando per i produttori privati è fermo

Dopo otto anni di crescita, anche molto accentuata, l’utilizzo in Italia di cannabis terapeutica, cioè della marijuana contenente il principio attivo Thc, è in calo. Il ministero alla Salute ha appena pubblicato i dati sul consumo nazionale e in totale sono stati distribuiti 1.453 chili, contro i 1.560 del 2022.

I numeri e il calo del Farmaceutico militare

Ad osservare i numeri, si nota che mentre è aumentata la vendita dei grossisti alle farmacie, che vale circa mille chili, si riduce sia l’importazione da parte dello Stato, che di solito acquista da aziende olandesi, che la produzione del Farmaceutico militare di Firenze. La struttura in questo momento è l’unica autorizzata per la coltivazione della cannabis terapeutica in Italia. Dopo i 277 chili prodotti nel 2021, è scesa a 235 nel 2022 e poi addirittura a 162 l’anno scorso. Anche se lo stabilimento pubblico non ha mai rappresentato una quota importante sul totale della sostanza distribuita, l’ultimo calo è molto significativo. È motivato con una serie di lavori affrontati l’anno scorso per installare macchinari che permettono l’estrazione, cioè la realizzazione di olio, che viene sempre più utilizzato. L’intenzione dei responsabili è quella di tornare a produrre intorno a 300 chili all’anno con un’importante quota di olio.

I perché della riduzione dei consumi

Le riduzioni dei consumi dopo un lungo periodo di crescita non sono legate alla carenza della sostanza (che si è registrata invece in anni passati) ma sarebbe da mettere in relazione a un calo della prescrizione. Cosa sta accadendo? “I medici la prescrivono meno. Alcuni non vogliono proprio farlo. Ci sono zone dove non esiste un dottore che fa ricette per la cannabis”, spiega Santa Sarta, presidente del Comitato pazienti cannabis medica. “Manca una formazione vera sull’utilizzo di queste sostanze. Se un tempo c’erano problemi a trovare il farmaco, adesso manca chi fa le prescrizioni. Succede anche perché per fare il piano terapeutico di chi deve assumere la cannabis terapeutica ci sono fogli e fogli da compilare. Una burocrazia molto superiore a quella necessaria per prescrivere farmaci come la morfina”.

Il bando per la produzione bloccato

Per incrementare la produzione nazionale e ridurre quindi le importazioni, ministero alla Salute e alla Difesa avevano deciso di fare un bando per arruolare privati che coltivassero la cannabis. Si tratterebbe di una svolta epocale per il nostro Paese, dove la sostanza per ora era coltivata solo in una struttura pubblica, il Farmaceutico militare appunto. L’avviso è stato pubblicato nell’aprile del 2022 e quasi un anno dopo sono state selezionate sei aziende. Tutto però si è inceppato dopo una serie di ricorsi al Tar da parte di chi è rimasto fuori. Al momento la procedura, quindi, è ferma. Avere dei produttori italiani permetterebbe anche di risparmiare sui costi, più alti nel caso di importazione.

Cos’è la cannabis terapeutica

Si tratta di una sostanza che si ricava dalla canapa e contiene, oltre a molti altri, anche il principio attivo Thc, che è considerato drogante. Come altre sostanze stupefacenti, prime tra tutte quelle derivate dall’oppio, può essere utile in medicina. Viene usata ormai da molti anni anche in Italia per affrontare una serie di problemi, a partire dal dolore e dalle spasticità. Il ministero alla Salute ha regolamentato l’uso, prevedendo anche una sorta di “bugiardino” con le indicazioni. Viene quindi considerata un farmaco. I pazienti possono fare infusi con i fiori anche se viene sempre più utilizzato l’olio, più facile da assumere. Va distinta dalla cannabis light, che deriva dalla stessa pianta e cioè la canapa e si presenta nella stessa forma, i fiori, e con lo stesso odore, ma contiene soprattutto il principio attivo Cbd e bassissime quantità di Thc. Da tempo la destra annuncia di voler vietare anche questa sostanza (sempre salvo usi medici) e di recente è tornata all’attacco. Per adesso però non è illegale.

Un anno senza il nostro amato Presidente Onorario Franco Casalone

ALMA STAR e Franco …. un anno dopo

Un anno fa, il 16 Settembre 2024 annunciavamo la triste notizia della dipartita di Franco Casalone.

Questo per noi di Alma Star è stato un anno difficile ma non ci siamo mai arresi, come ci aveva insegnato Franco.

Siamo certi che il nostro compianto Presidente Onorario sarebbe fiero dei passi avanti fatti per aiutare i pazienti cannabici

Oggi Alma Star offre un percorso completo per chi ha bisogno della “cura cannabica”, partendo dalla prenotazione della visita, prescrizione o rinnovo della ricetta che può essere ritirata dalle farmacie convenzionate che fanno la preparazione galenica, che viene riconsegnata con scontrino e ricetta nella sede di Alma Star, dopo il pagamento alla farmacia (con bonifico o PayPal) il Paziente ritira il farmaco nella nostra sede di Via Tunisi 127/A evitando così la ricerca del preparato dalle poche farmacie che trattano la Cannabis Terapeutica.

Si caro Franco, questo è quello che siamo riusciti a fare in questo anno. Con tanta fatica e disponibilità da parte di tutti, a partire dai medici e dai farmacisti ma soprattutto da chi in associazione riceve le telefonate, organizza le visite e la riconsegna del preparato, chi spedisce ai pazienti in altre città o regioni, oppure organizza e promuove nuove collaborazioni con organizzazioni del settore ed altre associazioni.

Niente si è fermato, anzi siamo qui a promuovere ed organizzare corsi per medici, farmacisti ed altri operatori del settore.    Come tu volevi cerchiamo far avvicinare i medici allo studio e l’utilizzo della Cannabis Terapeutica nella cura dei pazienti (anche se a te la parola Terapeutica non ti è mai piaciuta).

Il sogno di Franco era di diffondere la conoscenza sull’utilizzo dei Cannabinoidi ad un numero adeguato di medici che potessero fare le prescrizioni su tutto il territorio Italiano e lo scambio di informazioni fra medici e ricercatori mirata all’utilizzo della Pianta Sacra

Caro Franco, oggi abbiamo voluto ricordarti con quello che abbiamo costruito in questo ultimo anno seguendo la strada che ci hai indicato, sei e sarai la nostra forza in più.

Tar Lazio, ok a prodotti per uso orale con cannabis light

Ultima Ora: Sospeso decreto ministero della Salute, merito il 16 dicembre

Rassegna Stampa: ROMA, 11 settembre 2024,Redazione ANSA – Fonte: https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/09/11/tar-lazio-ok-a-prodotti-per-uso-orale-con-cannabis-light_d3078082-a788-411c-a44a-ae3b6a5021ca.html

l Tar del Lazio ha sospeso il decreto del ministero della Salute che inseriva le composizioni orali contenenti cannabidiolo (Cbd) nella tabella delle sostanze stupefacenti.

Con una sentenza pubblicata oggi, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso dell’Ici, Imprenditori Canapa Italia, fissando un’udienza di merito il prossimo 16 dicembre.

Il provvedimento, in sintesi, inseriva l’estratto della cannabis nella tabella degli stupefacenti, vietandone dunque la vendita nei negozi, nelle erboristerie e nei tabaccai, ma solo nelle farmacie con ricetta medica non ripetibile.
    Sospensione analoga era arrivata ad ottobre 2023.
    “Il collegio dei Giudici – commenta l’Ici – ha riconosciuto la validità delle nostre argomentazioni, rilevando il grave pericolo economico e sociale che l’applicazione del decreto avrebbe comportato, e ha deciso di sospenderne l’efficacia in attesa del giudizio di merito”. “Questa decisione – continua la nota – rappresenta un’importante vittoria per il settore della canapa industriale, che rischiava di subire gravi danni economici. I giudici hanno ritenuto che l’applicazione del decreto avrebbe potuto arrecare conseguenze significative agli imprenditori e agli agricoltori del settore, già fortemente impegnati in investimenti legati alla canapa”. Già ad ottobre 2023 lo stesso Tar del Lazio aveva sospeso il decreto.
   

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Lazio, il Tar sospende il decreto del governo sui prodotti orali a base di Cannabis: «Niente dipendenze, né effetti psicoattivi»

Rassegna Stampa: da Corriere Della Sera Redazione Roma – Fonte: https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/24_settembre_11/lazio-il-tar-sospende-il-decreto-del-governo-sui-prodotti-orali-a-base-di-cannabis-niente-dipendenze-ne-effetti-psicoattivi-08d585ec-73d4-4693-9a15-06e9b2156xlk.shtml?refresh_ce

Il provvedimento, fortemente voluto dal governo, inseriva le composizioni orali contenenti cannabidiolo (Cbd) nella tabella delle sostanze stupefacenti.

 Il Tar del Lazio ha sospeso, nuovamente, il decreto del ministero della Salute che inseriva le composizioni orali contenenti cannabidiolo (Cbd) nella tabella delle sostanze stupefacenti. 

Il ricorso

I giudici amministrativi, con una sentenza pubblicata mercoledì 11 settembre, hanno accolto il ricorso dell’Ici, Imprenditori Canapa Italia, fissando un’udienza di merito il prossimo 16 dicembre. 

Il decreto

Il decreto, fortemente voluto dal governo, inseriva l’estratto della cannabis light nella tabella degli stupefacenti, vietandone dunque la vendita nei negozi, nelle erboristerie e nei tabaccai. L’acquisto restava possibile solo nelle farmacie con ricetta medica non ripetibile. 

Una sospensione analoga a quella odierna da parte del Tar del Lazio si era già verificata nell’ottobre 2023.  

All’indomani dell’approvazione del decreto, l’europarlamentare di Avs (Alleanza Verdi e Sinistra) Cristina Guarda, aveva chiesto al governo di ripensarci raccontando la sua esperienza: a seguito di una caduta da cavallo aveva iniziato a soffrire di cefalea cronica. Una condizione invalidante a cui, quando ormai aveva perso ogni speranza, ha trovato rimedio usando il Cbd, un olio da ingerire che si estrae dalla cannabis sativa.

La vittoria dell’ICI

Ad esprimere soddisfazione per la decisione del Tar sono gli Imprenditori Canapa Italia, secondo i quali l’applicazione del decreto avrebbe comportato un «grave pericolo economico e sociale». 

«Questa decisione – continua la nota – rappresenta un’importante vittoria per il settore della canapa industriale. I giudici hanno ritenuto che l’applicazione del decreto avrebbe potuto arrecare conseguenze significative agli imprenditori e agli agricoltori del settore, già fortemente impegnati in investimenti legati alla canapa». 

Nell’ambito del giudizio, anche attraverso la relazione tecnica a firma del prof. Ciallella (già direttore dell’Istituto di medicina legale dell’Università La Sapienza di Roma), spiega l’Ici, è stato dimostrato come il «Cbd non determini dipendenza psicofisica e non possieda effetti psicoattivi che possano giustificarne l’inclusione tra le sostanze stupefacenti».

Cannabis light, il Tar sospende (di nuovo) il decreto del governo sul Cbd

Rassegna Stampa: di Viola Giannoli 11 Settembre 2024 – https://www.repubblica.it/italia/2024/09/11/news/cannabis_light_tar_sospende_decreto_cbd-423491175/

Accolto il ricorso degli imprenditori della canapa contro la norma che inseriva l’olio di cannabidiolo tra le sostanze stupefacenti a rischio abuso. A dicembre l’udienza di merito

Ancora una volta il Tar ferma il governo sulla stretta alla Cannabis light. I giudici del tribunale amministrativo del Lazio hanno sospeso oggi il decreto ministeriale firmato da Orazio Schillaci ed entrato in vigore il 5 agosto che aggiornava le tabelle delle sostanze psicotrope e stupefacenti inserendovi i prodotti a base di Cbd, il cannabidiolo, per uso orale estratti dalla Cannabis. Questo voleva dire che si poteva acquistare l’olio di Cbd solo presso le farmacie e solo con la prescrizione medica. Una molecola contenuta nella pianta ma non psicotropa e che non crea dipendenza veniva insomma equiparata alle sostanze stupefacenti a rischio abuso.

Il Tar del Lazio però ha dato ragione, di nuovo, agli Imprenditori della canapa Italia (Ici) che, assistiti dagli avvocati Dario De Blasi, Alberto Gava e Francesco Renda dello studio Prestige, e in con il sostegno della Coldiretti Liguria, avevano presentato a fine agosto un ricorso contro il decreto Schillaci.

L’udienza di merito è stata fissata al 16 dicembre, ma intanto la norma ministeriale è sospesa perché il collegio dei giudici ha riconosciuto il rischio di danno economico, patrimoniale e penale che il decreto comporta all’intera filiera della canapa industriale italiana che oggi conta 12mila occupati (senza l’indotto) e con un’alta percentuale di under 35 al suo interno.

“Siamo molto soddisfatti di questa nuova sospensione cautelare del decreto, che ancora una volta ci permette di tutelare e proteggere al meglio l’intero settore della canapa industriale”, commenta il presidente di Ici, Raffaele Desiante. “È la seconda volta che riusciamo a ottenere la sospensione della decisione del ministero di inserire il Cbd nella tabella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti, dimostrando l’infondatezza delle sue basi. Continueremo a lavorare per garantire un futuro sicuro e stabile per gli imprenditori della canapa in Italia”.

Un identico decreto del precedente ministro della Salute Roberto Speranza era già stato sospeso dal Tar. Schillaci aveva allora revocato quel decreto, emanandone uno sostanzialmente identico. Che oggi però è stato di nuovo bloccato.

Cannabis, Tar Lazio sospende il decreto del governo sul Cbd

Rassegna Stampa: 11 settembre 2024 | 11.52 Redazione Adnkronos – Fonte: https://www.adnkronos.com/cronaca/cannabis-cbd-tar-lazio_3m57YBzzZ4g9ODARLh9MbG

Accolto il ricorso degli imprenditori della canapa: “Soddisfatti, decreto avrebbe potuto comportare per gli operatori economici significative ed irreparabili conseguenze anche penali”

Il Tar del Lazio accoglie il ricorso degli imprenditori della cannabis e sospende il decreto del governo sul Cbd, l’olio di cannabidiolo inserito dal ministero della Salute tra le sostanze stupefacenti a rischio abuso.

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Accolta istanza degli imprenditori della canapa

Il ”Tar del Lazio ha accolto l’istanza cautelare presentata, con l’assistenza degli Avvocati Dario De Blasi, Alberto Gava e Francesco (Prestige Legal & Advisory), contro il Decreto Ministeriale del Ministero della Salute del 27.06.2024, che inserisce le composizioni orali contenenti Cbd nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti”, comunica Imprenditori Canapa Italia, esprimendo ”viva soddisfazione”.

”Il Giudice amministrativo ha riconosciuto la fondatezza delle nostre argomentazioni, rilevando il grave ed irreparabile danno che l’applicazione del decreto comporta all’intero settore e ha deciso di sospenderne l’efficacia in attesa del giudizio di merito. Questa decisione rappresenta un’importante vittoria per il settore della canapa industriale, che rischiava di subire gravi danni sociali, occupazionali ed economici. I giudici hanno ritenuto che l’applicazione del decreto avrebbe infatti potuto comportare per gli operatori economici significative ed irreparabili conseguenze, anche di natura penale, legate alla possibile contestazione di reati in materia di stupefacenti”.

”Nell’ambito del giudizio, anche attraverso la relazione tecnica a firma del Prof. Ciallella (già Direttore dell’istituto di medicina legale dell’Università La Sapienza di Roma), ha dimostrato come il Cbd non determini dipendenza psicofisica e non possieda effetti psicoattivi che possano giustificarne l’inclusione tra le sostanze stupefacenti. Il ricorso presentato da Ici, con il sostegno di Coldiretti Liguria – che ha svolto un intervento ad adiuvandum nel giudizio – ha ribadito che il settore della canapa industriale, basato su principi di legalità e sicurezza, rappresenta un’opportunità economica significativa, specialmente per le aree rurali e le piccole e medie imprese agricole”.

“Siamo molto soddisfatti di questa nuova sospensione cautelare del decreto, che ancora una volta ci permette di tutelare e proteggere al meglio l’intero settore della canapa industriale,” ha dichiarato il presidente di Ici, Raffaele Desiante. “È la seconda volta che riusciamo a ottenere la sospensione della decisione del Ministero di inserire il Cbd nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti, dimostrando l’infondatezza delle sue basi. Continueremo a lavorare per garantire un futuro sicuro e stabile per gli imprenditori della canapa in Italia”.

Avs: “Schillaci riferisca in Aula”

“Il Tar del Lazio ha sospeso oggi il decreto sul Cbd del ministero della Salute perché non ci sarebbero le prove che sia una sostanza che crea dipendenze e rischi di abusi. Questa notizia rimette in discussione parte della discussione in corso proprio ora in Aula: noi chiediamo lo stralcio delle norme dall’articolo 18 in poi del ddl Sicurezza”. Lo ha detto Marco Grimaldi, vice presidente dell’Alleanza Verdi e Sinistra, intervendo in aula sul ddl Sicurezza. Grimaldi ha richiesto a nome del gruppo di Avs un’informativa in aula del ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Cannabis light, appello del Forum sulle droghe contro il ddl Sicurezza: “Paradosso a danno di produttori e consumatori legali”

Rassegna Stampa: 10 Settembre 2024 da Il Fatto Quotidiano – Fonte: https://www-ilfattoquotidiano-it.cdn.ampproject.org/v/s/www.ilfattoquotidiano.it/2024/09/10/cannabis-light-appello-del-forum-sulle-droghe-contro-il-ddl-sicurezza-paradosso-a-danno-di-produttori-e-consumatori-legali/7688152/amp/?amp_gsa=1&amp_js_v=a9&usqp=mq331AQGsAEggAID#amp_tf=Da%20%251%24s&aoh=17259923180671&csi=0&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&ampshare=https%3A%2F%2Fwww.ilfattoquotidiano.it%2F2024%2F09%2F10%2Fcannabis-light-appello-del-forum-sulle-droghe-contro-il-ddl-sicurezza-paradosso-a-danno-di-produttori-e-consumatori-legali%2F7688152%2F

La produzione e la vendita della cannabis light sarà presto illegale in Italia? La risposta a questa domanda, seguendo la linea politica dell’attuale governo è più affermativa che negativa. In queste ore la Camera sta prendendo in esame il ddl Sicurezza il cui scopo, secondo le forze di maggioranza, è quello di introdurre disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario. All’interno del documento in discussione in Parlamento, è stato introdotto un emendamento che, se venisse approvato, vieterebbe “le infiorescenze, le resine e gli oli di canapa indipendentemente dal fatto che contengono o meno THC” (che sarebbe il principio psicoattivo della cannabis ). Il mercato della cannabis light, nato in Italia a seguito della legge 242 del 2016, diventerebbe così parte di un’economia sommersa perché diventerebbe di fatto illegale.

Sulla base della proposta, sono previste pene fino a 6 anni di reclusione (art. 73, DPR 309/90) per coltivazione, distribuzione, vendita e detenzione di cannabis light, mentre per il consumo sarebbero invece applicabili le sanzioni amministrative previste, come il ritiro della patente di guida, del passaporto, del porto d’armi e del permesso di soggiorno per turismo (art. 75, DPR 309/90). Per fermare la criminalizzazione della cannabis light, il Forum sulle droghe ha scritto e pubblicato sul suo blog Fuoriluogo un appello firmato da 27 tra esperti, attivisti e ONG internazionali che chiedono al governo Meloni di stralciare l’emendamento dal ddl sicurezza perché ritengono che il divieto rappresenti un affronto non solo al buon senso dei cittadini ma anche alla scienza. “Per giustificarne l’inserimento nel ddl – scrive il forum – il Governo ha dovuto riformulare l’emendamento presentato, giustificandolo nell’introduzione con possibili “alterazioni dello stato psicofisico” conseguenti al consumo di infiorescenze di canapa che potrebbero mettere a rischio l’incolumità pubblica o la sicurezza stradale”.

Secondo quando evidenziato dall’appello, la criminalizzazione del mercato della cannabis light produrrebbe un effetto giuridico paradossale: “Punire con le sanzioni penali e amministrative previste per le sostanze psicotrope anche chi produce o consuma infiorescenze prive di effetti psicoattivi” si legge nell’appello. Questo violerebbe inoltre i principi di proporzionalità, ragionevolezza e offensività previsti dal Codice Penale. L’applicazione dell’emendamento metterebbe a rischio 13mila lavoratori, per lo più giovani, impegnati nel settore e delle 3mila aziende che si occupano della produzione in Italia, manderebbe in bancarotta tutte quelle non in grado di attuare una conversione agricola in tempi ridotti. Rendere illegale la cannabis light inoltre, porterebbe molti consumatori ad acquistare dal mercato nero – anche sostanze psicotrope più facili da reperire visti gli storici traffici internazionali – e questo favorirebbe le attività dei gruppi criminali. Infine, si legge che: “impedendo agli agricoltori di avere un reddito dall’intera pianta, anche le altre filiere produttive della canapa sarebbero in difficoltàalimentare, tessile, bioedilizia, energetica. Infatti, le altre componenti della pianta, dalla fibra al seme, da sole non potrebbero garantire redditività e quindi portare all’abbandono della coltura”.

Ad

Tra i firmatari dell’appello:

  • ENCOD, Coalizione europea per politiche sulla droga giuste ed efficaci, EU
  • Ruby Lawlor, Youth RISE International
  • Nazlee Maghsoudi, Centre on Drug Policy Evaluation, Canada
  • Iga Jeziorska, European Harm Reduction Network, Amsterdam, Paesi Bassi
  • Steve Rolles, analista senior delle politiche in Transform Drug Policy Foundation, Regno Unito
  • Òscar Parés, Fondazione ICEERS, Barcellona
  • Ann Fordham, International Drug Policy Consortium
  • Katrin Schiffer, Correlation-European Harm Reduction Network (C-EHRN), Paesi Bassi