Non era spaccio ma uso medico: assolto Cristian Filippo

Rassegna Stampa: Marco Ribechi del 28 Sep 2022 – Soft Secrets – Fonte: https://softsecrets.com/it/articolo/non-era-spaccio-ma-uso-medico-assolto-cristian-filippo

Dopo 1200 giorni di processo si chiude con una piena assoluzione la vicenda del giovane calabrese originario di Paola finito sotto processo con l’accusa di spaccio per aver coltivato due piantine di Cannabis ad uso terapeutico


Accusato di spaccio per aver coltivato in bagno due piantine di Cannabis ad uso medico, dopo tre anni assolto Cristian Filippo. Sono stati necessari ben 1200 giorni per concludere la vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto il 25enne calabrese originario di Paola, sorpreso dai carabinieri a coltivare Cannabis. Filippo, affetto da una forma di fibromialgia farmacoresistente che vede nella Cannabis medica l’unica possibilità per alleviare i suoi dolori, era ricorso all’autoproduzione dopo che il servizio sanitario si era dimostrato inadempiente, non fornendo al paziente la terapia a cui aveva diritto e per cui era in possesso di regolare prescrizione medica. 

La sua evidente condizione di malato però non era stata sufficiente per dimostrare la sua innocenza e, il 6 giugno del 2019, era quindi finito sotto processo con l’accusa di spaccio. Dopo un calvario di oltre tre anni, grazie alla difesa dell’avvocato Gianmichele Bosco e alla dichiarazione della dottoressa Mary Angela Siciliano che ha in cura il paziente, il Pubblico Ministero ha finalmente chiesto l’assoluzione piena essendo chiaro che la sostanza in questione veniva utilizzata da Cristian Filippo esclusivamente per scopo terapeutico.

Una vittoria che aggiunge un tassello importante alla battaglia a favore della Cannabis ma che di certo non può dirsi risolutiva della questione: «Oggi si conclude il processo e questo sicuramente mi rende felice – spiega Cristian Filippo – ma la realtà è che siamo di nuovo al punto d’inizio, nulla è cambiato rispetto alla mia lettera aperta inviata al Ministero della Salute tempo fa. Infatti continuo a non avere la mia terapia né tantomeno la possibilità di coltivare legalmente. Le soluzioni che si prospettano sono le stesse di tre anni fa, o l’autoproduzione con il rischio di finire di nuovo sotto processo oppure il mercato nero. Vorrei che il sistema sanitario mi fornisse la cura a cui ho diritto invece la Regione Calabria sembra andare esattamente nella direzione contraria».

In particolare Cristian filippo si riferisce a una proposta di legge, firmata da tutti i consiglieri, che potrebbe essere la rovina dei malati che utilizzano la Cannabis a scopo terapeutico: «Per prima cosa stanno pensando di mettere un tetto di spesa annuo di 90mila euro, che non sarebbe sufficiente a fornire la terapia a tutti i malati della regione – prosegue Filippo – inoltre sono state escluse varie patologie, tra cui la mia. Siamo al paradosso, mentre in tribunale viene riconosciuto il mio uso terapeutico il sistema sanitario è pronto a negarmelo. Infine l’acquisto della Cannabis terapeutica dovrà avvenire attraverso farmacie galeniche private che faranno lievitare i prezzi fino a 18 euro al grammo. Le normative regionali dovrebbero ampliare quelle nazionali invece in Calabria le riducono. Questa legge dovrebbe essere immediatamente bloccata  considerando anche che a giugno il sottosegretario alla salute Andrea Costa aveva chiesto all’azienda sanitaria di Cosenza di rispettare la legge nazionale».

Canapa Caffè è libero: assolti dall’accusa di detenzione e spaccio (VIDEO)

Rassegna Stampa: Maria Novella De Luca del 10 Oct 2023 – Soft Secrets – Fonte: https://softsecrets.com/it/articolo/canapa-caffe-e-libero-assolti-dallaccusa-di-detenzione-e-spaccio-video

Lo scorso 5 ottobre si è conclusa, finalmente e con l’assoluzione perché il fatto non sussiste, la lunga storia di Carlo Monaco e Luigi Mantuano, fondatori del Canapa Caffè, associazione che si occupa di sostenere pazienti che si curano con cannabis terapeutica. Su di loro pendeva la denuncia di detenzione e produzione di sostanze stupefacenti dal 2021


In realtà la storia era iniziata molti anni prima, ben cinque, per la precisione il 20 giugno del 2016, quando Carlo e Luigi vennero fermati e trovati in possesso di due barattolini di Bedrocan con dentro cannabis terapeutica. Al fermo era seguita una perquisizione a casa dei due pazienti e l’arresto per una notte.

“Quello che trovarono a casa mia” racconta Carlo, “era un quantitativo di cannabis acquistato al mercato nero, il restante di una vecchia autoproduzione e una piantina a casa dei miei genitori”. Tutto quello che era sigillato gli venne restituito mentre il rinvenimento di questa restante parte gli costò l’accusa di detenzione e spaccio.

Carlo con la cannabis cura l’anoressia nervosa da molti anni e già allora aveva una regolare ricetta medica. Il suo piano terapeutico prevedeva diversi tipi di cannabis e il Bedrocan, che faticosamente riusciva a ricevere dalla sua Asl, rappresentava solo ¾ della terapia.

“Nel 2015 era impossibile però ottenere altri tipi di cannabis legalmente” come continua a raccontarci Carlo, “l’unico modo per integrare questa terapia era l’autoproduzione o il mercato nero”.

E al mercato nero si era invece rivolto Luigi che, intollerante alle benzodiazepine, aveva iniziato a curare gli attacchi di panico con la cannabis. Ma anche lui, nonostante fosse in possesso di regolare ricetta medica, si trovava spesso a dover affrontare le difficoltà del reperimento della terapia in farmacia.

“La cannabis allora era poca, solo alcune farmacie la detenevano e a prezzi esorbitanti” ci spiega Luigi.

Le pesanti accuse che Carlo e Luigi speravano venissero prima o poi archiviate, dopo cinque anni diventano una vera e propria accusa da cui difendersi con un processo. Inizia così un nuovo capitolo del loro calvario, iniziano le udienze ogni 6-7 mesi per ben due anni fino ad arrivare a oggi, a ottobre del 2023 quando finalmente Carlo e Luigi possono dirsi liberi a fronte di un’assoluzione perché il fatto non sussiste.

Come spesso accade nel nostro Paese la giustizia tarda ad arrivare ma questa, oggi, è indubbiamente una buona notizia e come ha commentato l’Avvocato Lorenzo Simonetti che ha difeso Carlo e Luigi insieme all’Avvocato Claudio Miglio “questo processo, come quello di Walter Di Benedetto, certamente avrà un’efficacia sul panorama nazionale”.

“Abbiamo rideterminato la gravità della contestazione così come indicata dal Pubblico Ministero, associando il valore dei prodotti in sequestro alle esigenze dei singoli imputati. Inoltre, il fatto che alcuni barattoli erano aperti ed erano utilizzati per la sostituzione della cannabis acquistata in farmacia con quella a fini di spaccio, non ha avuto riscontro nelle carte di indagine e lo abbiamo elevato a semplice presunzione e congettura del PM”

Oltre a questo abbiamo convocato al processo una serie di medici prescrittori e consulenti che hanno dimostrato e accertato come gli imputati avessero avuto pieno diritto a ricevere le prescrizioni del farmaco. È stato così dimostrato che a causa di un blocco del mercato, per quanto riguarda l’approvvigionamento dei medicinali a base di cannabis, i pazienti hanno dovuto rivolgersi al mercato nero. Rifornirsi al mercato nero perché è assente il medicinale non vuol dire detenere a fini di spaccio”.

Questi sono stati i punti di forza della difesa spiegati da Simonetti che in chiusura ci ha ribadito la sua convinzione che questo sarà un processo che farà la differenza. È quello che ci auguriamo anche se molte domande restano aperte la prima delle quali è quella che si pone anche Carlo “perché mai bisogna montare un’accusa sulla presunzione di un reato?”

Assoluzione per noi significa avere il diritto di coltivare una pianta o di poter acquistare a un mercato diverso da quello terapeutico. Non abbiamo fatto altro che rivendicare il nostro diritto alla cura, non abbiamo commesso un reato. In questo caso quello che per lo Stato è reato ora è stato assolto. Questo significa che qualcosa sta cambiando?” si chiede Luigi.

In effetti ancora no perché, come conclude Carlo Monaco “l’assoluzione è arrivata e siamo molto contenti ma, i problemi che continuano a vivere i pazienti nel 2023 sono gli stessi del 2016. L’unica soluzione per molti rimane l’autoproduzione”.

Noi speriamo davvero che le parole dell’Avvocato Simonetti si avverino, che questo sarà un processo di esempio e che segnerà una differenza. Intanto ci auguriamo almeno che questa lunga e brutta vicenda vissuta da Carlo e Luigi sia da esempio per un cambiamento e si inizi a fare tesoro di sentenze come questa. 

Cbd resta in vendita, decreto sospeso per scarse prove

Rassegna Stampa: Marco Ribechi del 31 Oct 2023 – Fonte: Soft Secrets – https://softsecrets.com/it/articolo/cbd-resta-vendita-decreto-sospeso-scarse-prove

Il tribunale amministrativo regionale del Lazio ha richiesto al ministero della Salute nuovi documenti che provino la pericolosità della sostanza, sospendendo la decisione fino ad anno nuovo. Una seconda vittoria per tutto il comparto della canapa light in attesa anche del ricorso di Canapa Sativa Italia

Seconda sconfitta per il Governo sul Cbd, la nuova data per decidere sul suo destino è il 16 gennaio.

I giudici hanno sottolineato che non è stata adeguatamente dimostrata la presenza di rischi legati a una possibile dipendenza dal cannabidiolo, sia a livello fisico che psicologico. Nel corso delle motivazioni, il Tar ha evidenziato la carenza di informazioni per motivare la sospensione della vendita del Cbd e l’assenza di una chiara spiegazione riguardo agli effettivi pericoli concreti di sviluppo di dipendenza fisica o psicologica.

Di conseguenza la decisione con cui si desidera inserire il Cbd nella tabella degli stupefacenti (leggi l’articolo) è stata rimandata al 16 gennaio in attesa dell’ “Integrazione istruttoria”, ovvero di ulteriore documentazione.

Dopo la prima sospensione a causa dell’ondata di sequestri immotivati ai danni della filiera della Cannabis Light (leggi l’articolo) arriva anche questa ulteriore conferma che fa ben sperare per il futuro e contro questa vergogna tutta italiana.

C’è la possibilità che il 16 gennaio, oltre al ricorso dell’ICI – Imprenditori Canapa Italia – arrivi anche quello dell’associazione Canapa Sativa Italia, preparato dallo studio Miglio-Simonetti.

«La nostra udienza è fissata per il 14 novembre – spiega l’avvocato Lorenzo Simonetti – il Tar ci dirà che dovrà rinviare, quindi entrambi si risolveranno presumibilmente il 16 gennaio. Anche il nostro ricorso ha come oggetto d’analisi l’assenza di specifica documentazione tecnica idonea a dimostrare la correlazione di rischio abuso per il Cbd rispetto alla salute pubblica».

Per il 16 gennaio quindi, a fronte dei due ricorsi da parte delle due associazioni, il Governo dovrà dimostrare le reali ragioni che possano motivare il divieto di vendita del Cbd, mentre in tutta Europa, e praticamente in gran parte del mondo, la sostanza non soffre di limitazioni alla vendita. L’approccio tutto italiano alla filiera della Cannabis Light quindi dovrà eseguire qualche nuovo roboante salto circense nel goffo tentativo di riuscire a dimostrare l’indimostrabile. 

Far West Cbd, prima sconfitta per le bugie del Governo

Rassegna Stampa: Marco Ribechi del 07 Oct 2023 – Fonte: Soft Secrets – https://softsecrets.com/it/articolo/far-west-cbd-prima-sconfitta-le-bugie-del-governo

Il TAR del Lazio ha sospeso con urgenza il decreto anti CBD del Governo a causa della raffica di sequestri immotivati che rischiavano di distruggere la filiera


Il Tar del Lazio ha sospeso con urgenza il folle decreto che vuole vietare la vendita dei prodotti a base di cannabidiolo per uso orale, inserendoli nella tabella dei medicinali.

Sono state così smascherate parzialmente le bugie del Governo, registrando anche una prima vittoria per l’associazione Imprenditori Canapa Italia (Ici) che aveva presentato ricorso all’assurda decisione ministeriale. Fino al 24 ottobre quindi riparte il commercio dei prodotti con Cbd dopo che un’ondata di sequestri ingiustificati, a volte dei veri e propri abusi di potere, ha colpito moltissimi imprenditori della filiera della Cannabis light trasformando uno stato di diritto in un vero e proprio Far West fomentato anche dai proclami mediatici della destra più populista. 

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L’OPINIONE

Un decreto che era stato definito antigiuridico e antiscientifico dall’avvocato Giacomo Bulleri (LEGGI: CBD inserito tra gli stupefacenti: scelta antiscientifica), uno dei massimi esperti in materia presenti sul suolo italiano. «La sospensione da parte del Tar del Lazio indica un aspetto fondamentale – spiega l’avvocato Giacomo Bulleri – ovvero che con i sequestri si è andati addirittura oltre le intenzioni dello stesso decreto. Infatti il contenuto riguardava il Cbd medicinale ad uso orale, invece in molte situazioni si è passati a considerare ogni composto contenente Cbd come stupefacente, cosa non prevista dal decreto».

La sospensione del decreto quindi va incontro alla richiesta di revisione espressa dalle associazioni di categoria e delinea la possibilità di aprire un confronto per definire l’ambito applicativo dello stesso.

«Sarebbe necessario un dibattito politico poiché lasciare intendere che il Cbd è un medicinale a rischio abuso è una verità molto parziale – prosegue Bulleri – cioè non c’è dubbio che il CBD ad uso orale sia un farmaco, ma è anche molte altre cose. Il fatto che il decreto sia stato sospeso in via cautelare significa che il Tar ha identificato l’urgenza di fermarlo poiché evidentemente si sono create delle situazioni di Far West che hanno leso lo stato di diritto».

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PROSSIMA TAPPA

Il 24 ottobre si deciderà se il decreto sarà sospeso oppure se il Tar lo riterrà valido, in questo secondo (si augura di no) caso sarà necessario specificare il perché e gli ambiti di applicazione. «La partita sull’uso orale è determinante – conclude Bulleri – è necessario specificare adeguatamente gli ambiti di applicazione. Infatti non è possibile vietare il Cbd in toto poiché si arriverebbe a una situazione quasi paradossale: da un lato avremmo una legge che promuove la filiera, la coltivazione e la trasformazione. Dall’altro se ne vieterebbe qualsiasi uso».

Ma gli attriti si potranno creare anche a livello europeo una volta che la European Food Authority deciderà se inserirlo, come sembra, nella lista dei Novel Food.

A quel punto, nel caso in cui l’Italia prosegua in questa direzione antiscientifica e antigiuridica, ci si potrebbe trovare in contrasto con le normative europee che invece tendono a uniformare le decisioni dei singoli Stati membri.

L’Italia quindi, sarà necessariamente costretta a dimostrare le basi scientifiche su cui si procede ad una proibizione in contrasto con praticamente tutti gli stati membri. E per questo non basteranno le bugie.

CBD inserito tra gli stupefacenti: scelta antiscientifica

Rassegna Stampa: Fabrizio Dentini del 21 Sep 2023 – Fonte: Soft Secrets – https://softsecrets.com/it/articolo/cbd-inserito-tra-gli-stupefacenti-scelta-antiscientifica

L’avvocato Giacomo Bulleri è uno degli specialisti più quotati riguardo la legislazione che inquadra produzione e commercializzazione del CBD. Alla luce della recente inclusione delle composizioni per uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis all’interno della Tabella dei medicinali, sezione B, abbiamo voluto rivolgergli le seguenti domande al fine di chiarire la portata di questa decisione che relega il nostro paese in una posizione isolata rispetto agli altri Stati membri dell’Unione Europea


Come ha ricevuto la notizia dell’attuazione del decreto dello scorso 7 agosto, un provvedimento sospeso dall’ex Ministro della Salute Speranza e messo in vigore dall’attuale Ministro Schillaci?

Con sorpresa, spero che avvenga un dietro front ragionato da parte del Ministero. Nel 2020, apparve all’improvviso un decreto del Ministero dell’Agricoltura che classificava le infiorescenze di canapa ad uso estrazione tabellate come piante officinali, per poi essere ritirato. Mi auguro quindi che anche questo decreto possa seguire la stessa sorte poiché, con questo Governo, si stava lavorando a 360 gradi. Anche sul piano di settore, i lavori stavano procedendo nella direzione della pianta intera e sulla linea del TAR Lazio sulle piante officinali del febbraio scorso. L’impressione è quella dell’ennesimo decreto agostano.

Per tutti gli imprenditori che lei rappresenta questo decreto comporta un impatto assolutamente negativo. Come pensa di far comprendere le loro legittime istanze?

Essenzialmente, le tematiche che riguardano il CBD e tutte le sue destinazioni, si svolgono in una partita che riguarda non solo l’Italia, ma tutta l’Europa che sta cercando di definire una normativa vincolante ed omogenea per tutti gli Stati membri. Da un lato, quindi, nessuno mette in discussione che il CBD sia, anche, un principio attivo farmaceutico e quindi utilizzabile come medicinale, dall’altro però, non possiamo non sottolineare come l’inclusione del CBD tra gli stupefacenti sia antiscientifica ed antigiuridica. giacomo-bulleri-avvocato-cbd-cannabis

L’avvocato Giacomo Bulleri

Per quanto riguarda l’uso orale del CBD a chi spetta la priorità legislativa, all’Italia o all’Europa?

Da un punto di vista giuridico, questa partita, che piaccia o no, viene giocata presso la EFSA [NDR. Autorità europea per la sicurezza alimentare], che seguendo i suoi tempi tecnici dovrà autorizzare questo prodotto come Novel food. Sono state, tra l’altro depositate tutta una serie di istanze, quindi credo che nel prossimo biennio si risolverà in maniera analoga per tutti gli Stati membri. Aggiungo, per sottolineare l’atipicità e la frettolosità di questo decreto, che dire che il CBD, uso orale, sarebbe stupefacente vorrebbe dire che in qualche modo l’Italia anticipa e nega alla radice l’utilizzabilità di questa molecola in ambito alimentare laddove l’Europa, appunto, si deve ancora esprimere su tutta una serie di parametri attraverso la Food Authority.

Quando sottolinea l’anti scientificità di questo decreto cosa intende?

Nella comunità scientifica il CBD non è considerato come sostanza stupefacente. Su questo punto, inoltre, si era già pronunciata la Corte di Giustizia Europea attraverso la sentenza del caso Kanavape. Nel 2020, tale concetto venne ribadito anche dall’OMS [NDR. Nel corso della 63ª sessione della Commissione Droga (CND) delle Nazioni Unite, l’OMS aveva raccomandato; senza successo, l’esenzione delle preparazioni contenenti prevalentemente cannabidiolo ed un massimo dello 0,2% di delta-9-tetraidrocannabinolo dalle misure di controllo internazionali sugli stupefacenti.] Che sia un principio attivo è indiscutibile, ma che sia uno stupefacente è un’affermazione antiscientifica. Detto questo, tale decreto potrebbe anche rappresentare l’apertura di un dibattito serio in quanto chiarisce che i cosmetici, non essendo ad uso orale, sono esclusi e restano, come erano, leciti. Per quanto riguarda il resto, si potrebbe lavorare sulle soglie e cioè definire sopra quale soglia si possa considerare solo un medicinale e sotto quali soglie si possa, invece, considerare un impiego orale, ma di tipo alimentare. 

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Quando parla di soglie, non potremmo pensare che le stesse siano quelle dell’Epidiolex [NDR. 100 mg/mL soluzione orale] il farmaco in commercio come antiepilettico? 

Potrebbe essere. Il punto però, non è tanto la percentuale di CBD, ma il dosaggio. Quello che deve essere definito è l’intake e cioè la dose di assunzione orale che comporta per l’uomo un effetto farmacologico. Gli studi tossicologici che sono stati presentati dall’Associazione di produttori che ha fatto la domanda per l’iter del novel food sono appunto volti a provare quale soglia di assunzione non determini tali effetti farmacologici. 

Quando afferma il decreto essere antigiuridico a cosa si riferisce? 

Esistono già pronunciamenti come quello della Corte di Giustizia europea [NDR. Novembre 2020] che affermano che il CBD non sia uno stupefacente. Quindi tale nuovo Decreto determina una lesione della concorrenza e crea un contrasto con la normativa comunitaria. Siamo l’unico paese in Europa che ha scelto questa direzione, alterando il mercato comune perché un produttore italiano, rispetto a un francese, un tedesco o un polacco, oggi, si viene a trovare sfavorito sul mercato europeo.

Far West CBD, sempre più pagliacciata all’italiana

Rassegna Stampa: Marco Ribechi del 30 Gennaio 2024 – Fonte Soft Secrets – https://softsecrets.com/it/articolo/far-west-cbd-sempre-piu-pagliacciata-allitaliana

Il Tar del Lazio ha rinviato l’udienza al 24 settembre 2024 per permettere al Ministero di presentare nuove prove per bloccarne la somministrazione orale. Un’altra tesserina di una farsa tutta italiana


La nuova data per discutere di Cbd è il 24 settembre. Fino a quel giorno nulla cambierà per i produttori e per i venditori. Dopo gli appuntamenti di agosto, ottobre e gennaio ancora non si riesce a prendere una decisione su un argomento così evidente.

Infatti, la richiesta di agire contro il Cbd non regge ma il Governo avrà altro tempo per cercare di tirare fuori qualche straccio di prova.

Il Tar del Lazio, con una nuova sentenza pubblicata il 22 gennaio 2024 ha deciso di rinviare l’udienza pubblica di circa 8 mesi. Entro questa data l’Istituto Superiore di Sanità dovrebbe essere in grado di emanare un nuovo parere sul tema, permettendo di avere più chiarezza su un argomento che, purtroppo, è già chiaro a tutti tranne che all’attuale Governo. Infatti l’Italia è praticamente uno dei pochissimi paesi al mondo dove si cerca di colpire il Cbd e la sua filiera produttiva mentre, praticamente ovunque, è venduto come qualsiasi altro bene di consumo. 

«Da un punto di vista procedurale non c’è nulla di irregolare – spiega l’avvocato Giacomo Bulleri, uno dei massimi esperti in Italia in materia – al di là del ricorso bisogna comunque ricordare che la questione è limitata a un fenomeno ristretto, ovvero la somministrazione per uso orale. Per avere una soluzione effettiva bisogna aspettare che si pronunci anche l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare sull’argomento Novel food, ovvero sui nuovi alimenti, la verità è che ciò che resta fondamentale è proprio questa decisione al livello europeo».

Mentre il Tar ha deciso di andare incontro al Ministero e attendere ulteriore prove, gli Imprenditori Canapa Italia chiedevano di andare a sentenza (ovvero chiudere la discussione una volta per tutte) convinti che, giustamente, la bontà di un decreto deve valere al momento in cui è presentato e non essere negoziata attraverso la presentazione di prove ad oltranza. 

Aspettiamo con ansia la prossima puntata di questa Soap Opera del Governo Meloni.

Lettera degli scienziati tedeschi: liberate la Cannabis

Rassegna Stampa: Marco Ribechi del 21 Feb 2024 – Fonte Soft Secrets – https://softsecrets.com/it/articolo/lettera-degli-scienziati-tedeschi-liberate-la-cannabis

In una lettera aperta circa 30 ricercatori ed esperti hanno invitato i membri del Bundestag (Parlamento) a votare a favore della legge sulla cannabis. Questo rappresenta “un passo importante verso la protezione della salute, la prevenzione e la giustizia sociale”, afferma la lettera. La legge sarà votata venerdì di questa settimana. La lettera afferma che attualmente ci sono almeno quattro milioni di persone in Germania che sono costantemente a rischio di persecuzione

Mentre in Italia politici senza alcuna competenza in materia dibattono sull’illegalità del Cbd in maniera antiscientifica, in Germania un gruppo di scienziati, professori universitari, ricercatori ed esperti di vari settori scrivono una lettera al Parlamento chiedendo di dire sì alla legalizzazione spiegando anche quali siano le motivazione di suddetta richiesta.

In particolare viene evidenziata la necessità di smettere di colpire penalmente i fumatori, la riduzione del traffico illecito, gli effetti negativi della lotta alle droghe demolendo così gli stessi argomenti che la destra italiana mette in gioco per sostenere i divieti.

Perché gli scienziati italiani non intervengono nel dibattito sbugiardando i politici populisti?

Di seguito il testo completo della lettera aperta con tutti i firmatari

LA LETTERA APERTA AL PARLAMENTO TEDESCO

Gentili membri del Bundestag tedesco,

    in quanto esperti e associazioni professionali direttamente coinvolti nel tema della cannabis, vi chiediamo di votare questa settimana in Parlamento a favore della legge sulla cannabis, per compiere un passo importante verso la protezione della salute, la prevenzione e la giustizia sociale.

Almeno quattro milioni di persone in Germania consumano cannabis occasionalmente o regolarmente. Tutte sono costantemente minacciate dal perseguimento penale. Negli ultimi anni, sono state circa 175.000 le persone per le quali è stato avviato un procedimento per possesso di cannabis per uso personale. In futuro, nessuno sarà più stigmatizzato per legge una volta che entrerà in vigore il CanG.

Gli organi centrali delle Nazioni Unite (INCB, UNGASS, CEB) ribadiscono da anni la possibilità per gli Stati di depenalizzare l’uso e il possesso di droghe nel quadro dei trattati. Recentemente, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha sottolineato la necessità di un’inversione fondamentale lontano dalle punizioni e ha raccomandato anche la regolamentazione del commercio.

Questa nuova direzione delle organizzazioni internazionali non è giustificata solo dall’aumento delle prove sugli effetti negativi e quindi dal fallimento del divieto delle droghe, ma anche dall’esperienza pratica crescente di alcuni paesi membri.

Le esperienze di altri paesi dimostrano che una regolamentazione moderata della cannabis porta a una maggiore salute e a un miglioramento delle risorse di assistenza.

Le esperienze di altri paesi indicano che una legalizzazione parziale bilanciata (come previsto dal CanG) non comporterà un aumento del consumo, in particolare non in gruppi particolarmente protetti come i giovani.

Inoltre, studi recenti mostrano che i danni alla salute correlati alla cannabis sono minori nei paesi con legalizzazione rispetto a quelli con divieto di cannabis.

Anche le preoccupazioni parzialmente espresse che il CanG potrebbe rafforzare il mercato nero orientato al profitto non sono sostenibili e non hanno alcun fondamento nella ricerca criminologica sui mercati delle droghe. Al contrario, è ragionevole supporre che ci sarà una significativa riduzione a causa della coltivazione privata e delle associazioni di coltivatori.

Nessuno beneficia delle minacce penali: esse criminalizzano i minori così come gli adulti. La stigmatizzazione attuale spesso aggrava le problematiche psicologiche e scoraggia a cercare aiuto. Il CanG rafforzerà il lavoro dell’assistenza alle tossicodipendenze e incoraggerà i giovani e i genitori a cercare assistenza professionale più precocemente. In quanto esperti in politiche sulle droghe e sulla dipendenza e operatori professionali che lavorano con consumatori di droghe, vi esortiamo a porre fine all’ingiustizia di decenni nel criminalizzare le persone per l’uso di una sostanza.

Siamo qui per continuare a supportarvi nel processo verso una politica sulle droghe mirata e contemporanea, ad esempio in vista dell’importante prossima fase 2 del CanG. Tuttavia, è essenziale approvare finalmente la fase 1, che è stata preparata da lungo tempo.

Vi preghiamo quindi di votare a favore della legge. 

Fake News sulla cannabis e come smontarle 

Rassegna Stampa: Maria Novella De Luca 01 Feb 2024 – Fonte SOFT SECRETS –https://softsecrets.com/it/articolo/fake-news-sulla-cannabis-e-come-smontarle-video

In Italia il clima è cambiato e indubbiamente si riscontra una difficoltà maggiore nel portare avanti un dibattito chiaro sulla cannabis e soprattutto a promuovere campagne come “Io coltivo”, lanciata da Meglio Legale lo scorso dicembre per chiedere la legalizzazione della cannabis, ma soprattutto per continuare a mantenere alto l’interesse sul tema


Nella serata di ieri al Cinema Troisi di Roma, i promotori di quella campagna, hanno cercato di fare proprio questo, tornando a parlare pubblicamente di un tema che sembra così difficile da affrontare, soprattutto da parte di esponenti proibizionisti del centro destra, invitati al confronto, ma che non hanno risposto all’invito. Secondo gli organizzatori, le ragioni di un così robusto muro di gomma sono da individuarsi nell’arroganza di un potere che si sente forte da non prendere neanche in considerazione l’idea di confrontarsi e nella povertà di argomenti in merito.

Ma nonostante questo l’organizzazione Meglio Legale, ha deciso di organizzare ugualmente il dibattito e insieme ad attivisti, scienziati, professori e persone dello spettacolo per cui resta di fondamentale importanza fare chiarezza, ieri sera ha affrontato il problema delle fake news ricorrenti che si continuano a leggere e sentire sui rischi a cui porterebbe la legalizzazione di cannabis.

Fake News, bufale, fregnacce come dice Antonella Soldo, si potrebbero chiamare in qualsiasi modo e se ne potrebbe anche sorridere se non creassero spesso seri problemi alla vita di molti giovani che le stesse dicono di voler proteggere. Per questo di cannabis si vuole parlare, di cannabis si deve parlare, sottolinea ancora la Soldo “checchè ne dicano i politici che evitano il confronto”. Perché è facile fare propaganda usando i soliti arrugginiti ferri vecchi, come si legge sui canali social dell’organizzazione, ma se ci fosse qualcuno a replicare, tutto questo apparirebbe nella sua spaventosa vuotezza.

Infatti, ieri sera si è affrontato soprattutto il tema di come smontare, una ad una, queste false notizie e a farlo sono state le voci di Valentina Calderone, garante delle persone private della libertà di Roma Capitale, Riccardo Magi, parlamentare e segretario di +Europa, Enzo Ciconte, docente di Storia e della criminalità organizzata, lo scrittore e insegnante Christian Raimo.

E anche se sul proibizionismo c’è poco da ridere, l’umorismo e l’autoironia, sono anche un’arma contro le difficoltà, per questo non sono mancati sorrisi con i dialoghi delle Eterobasiche e il monolgo di chiusura di Chiara Becchimanzi.

Con loro si è cercato di spiegare perché non è vero che in carcere vanno solo grandi trafficanti, perché la politica dei cani antidroga nelle scuole non funziona, perché la legalizzazione toglierebbe molti soldi alle mafie, perché non è vero che la legalizzazione promuove la “cultura dello sballo”.