Polizia intensifica i controlli al festival della canapa libera, gli organizzatori non ci stanno: “Chiaro segnale politico”

Rassegna Stampa – di Andrea Ossino -20 FEBBRAIO 2023 – Fonte:

https://roma.repubblica.it/cronaca/2023/02/20/news/canapa_mundi_fiera_maxi_operazione_polizia_intimidazione_senza_precedenti-388635718/

Prelevati oltre 500 campioni, una sola sanzione comminata. Analisi ancora in corso

Tre giorni di appuntamenti per scoprire i nuovi orizzonti della canapa. Tre giorni di controlli interforze su un evento giunto ormai all’VIII edizione, il Canapa Mundi. Organizzatori del festival e Radicali romani leggono “un chiaro segnale politico” dietro la particolare attenzione riservata dalle forze dell’ordine a commercianti e produttori riuniti per raccontare il mondo della canapa.

Un dato è certo: poliziotti, carabinieri e finanzieri per tre giorni hanno fatto visita allo spazio di 11 mila metri quadri che, alla Fiera di Roma, ospita 250 brand e 25 mila persone, ma le irregolarità rilevate sono state pochissime.

“Hanno prelevato oltre 500 campioni da analizzare e al momento hanno fatto una sola sanzione perché due campioni erano leggermente sopra la media, ma di una quantità irrilevante”, spiega Gennaro Maulucci, fondatore e organizzatore del festival, riferendosi alle quantità di Thc (uno dei più noti principi attivi della cannabis) che oltre una certa soglia è considerato illegale. In realtà le analisi sono ancora in corso e al momento sarebbero 5 i campioni sopra il limite consentito. Poco cambia.

“I controlli ci sono sempre stati, è un evento pubblico ed è giusto – dice il collega Luca Marino – ma questo livello di attenzione no, ci ha fatto capire che sono direttive che vengono dall’alto. È un accanimento su una fiera internazionale che va avanti dal 2015 rispettando le regole”, continua.

Anche al comitato sicurezza del Comune si sarebbe parlato dei controlli sull’evento dove si promuovono cultura, biodiversità, sostenibilità, cibo, benessere e tutto ciò che ruota intorno alla canapa anche nel settore tessile e nell’edilizia.

“Solitamente i controlli sono più discreti – spiega Maulucci – in questo caso si è trattato di una presenza invasiva che ha solo creato disagio. Si tratta di un settore in crescita dove gli operatori hanno tre giorni per farsi conoscere. Hanno fatto i controlli per tre giorni e negli orari di punta, quando c’era la massima affluenza. Nonostante ciò la fiera è andata molto bene”. L’evento è riuscito ma il clima non è dei migliori.

“Si tratta, evidentemente, di un accanimento mirato e intimidatorio senza precedenti, che danneggia le aziende italiane e dunque nuoce alla nostra economia”, denuncia Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma ricordando i numeri del settore: 3 mila aziende attive, un indotto di circa 12 mila lavoratori, con un’età media sotto i 35 anni, “che rende il settore economico della canapa uno dei più giovani”. Senza contare migliaia di negozi e il commercio via web di canapa e derivati.

“Non si può non prendere atto del cambio di clima che c’è stato nel nostro paese dopo l’insediamento del governo Meloni: un clima che, sulla base di posizioni ideologiche e istanze antiscientifiche, finisce per penalizzare maldestramente attività che meriterebbero ben altra attenzione”.

Dal primo anno Canapa Mundi ha quintuplicato lo spazio a disposizione degli espositori, quintuplicato il numero dei visitatori e decuplicato gli eventi culturali. E a quanto pare anche i controlli sono triplicati. Il concetto, per gli organizzatori, è chiaro: “Questo è un segnale politico e lo recepiamo forte”.

Canapa Mundi, una fiera assediata dai controlli di polizia

PIANTA SOTTO ATTACCO – Rassegna stampa 28 FEBBRAIO 2023 – Fonte

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/02/28/canapa-mundi-una-fiera-assediata-dai-controlli-di-polizia/7080054/

Canapa Mundi, una fiera assediata dai controlli di polizia
“In tutte le edizioni passate ci sono stati controlli accurati, e tutti gli anni le forze dell’ordine si sono complimentate per la precisione e lo svolgimento pacifico del loro lavoro e della manifestazione. Non hanno mai trovato irregolarità amministrative o penali”

DI GENNARO MAULUCCI (FONDATORE E ORGANIZZATORE DI CANAPA MUNDI)

L’8^ Edizione di Canapa Mundi si è conclusa la scorsa domenica. Una Fiera Internazionale dedicata ad una pianta la cui produzione ha rappresentato un fiorente mercato che gli è valso il posto di secondo paese mondiale per la produzione, la qualità e la vendita della sua fibra tessile fino al 1939, anno in cui l’Italia aderì al testo di legge proibizionista noto come “Marijuana Tax Act” con il quale gli Stati Uniti d’America hanno messo al bando la coltivazione di questa versatile pianta.

Oggi Canapa Mundi rappresenta un segmento di mercato in continua crescita, nato nei primi anni duemila, che trova il suo massimo sviluppo con l’avvento del fenomeno cannabis light, per effetto della legge 2 dicembre 2016, n. 242 con la quale l’Italia si è adeguata alla normativa europea. Un mercato che coinvolge nel nostro paese circa 3000 aziende da cui dipendono 12.000 posti di lavoro diretti, senza contare l’indotto, formato per lo più da aziende giovani e dinamiche impegnate in vari settori che vanno dalla produzione di macchinari e nuove tecnologie come le apparecchiature elettromedicali, le cartucce per stampanti 3D, la plastica in polimeri di canapa, fino ai prodotti alimentari, cosmetici, tessili, per la bio-edilizia, per la coltivazione organica o per quella fuori suolo, solo per citarne alcuni.

Del resto parliamo di una pianta nota fin dall’antichità per gli innumerevoli campi di applicazione e che oggi come non mai, dovremmo considerare nostra alleata nell’ampio dibattito che ruota intorno alla necessità di una transizione ecologica.

Si pensi, solo per fare un esempio, al dissesto idrogeologico causato dall’abbattimento di alberi per la produzione di carta o legnami per la costruzione, materiali realizzabili con una pianta, la canapa, che a differenza degli alberi non impiega 50 anni per crescere nuovamente e che, rispetto alla coltura di altre piante, come il cotone, richiede pochissimo consumo di acqua e nessun tipo di pesticida. Senza parlare dei benefici apportati dall’uso della canapa in campo alimentare e medico: i semi di canapa sono noti per essere ricchissimi di acidi grassi omega 3 e 6 e numerose vitamine del gruppo B, ricca anche di sali minerali, in particolare zinco, ferro e magnesio, si rivela un’ottima fonte di proteine, 100 gr di canapa apporta circa 30 gr di proteine ed ha un contenuto di fibre pari a 10 gr ogni 100. Sempre più spesso i medici consigliano l’uso di olio di canapa ai pazienti con malattie cardio-circolatorie e come ben sappiamo, oggi, il mondo scientifico internazionale è concorde sull’utilità della cannabis a scopo terapeutico contro numerose patologie.

Anche in Italia dal 2006 la legge ne consente la prescrizione medica, purtroppo, nonostante la legge n. 172 del 4 dicembre 2017 preveda che tutte le regioni italiane debbano prescrivere la cannabis in regime mutuabile, quindi a carico del servizio sanitario nazionale, nella pratica, la maggior parte dei pazienti è costretta a pagarla di tasca propria, affrontando costi paradossalmente più elevati di quelli offerti dal “mercato nero”.

In questo contesto contraddittorio e contorto, la fiera Canapa Mundi è riuscita ad arrivare alla sua 8° edizione. Se nelle precedenti edizioni i controlli delle forze dell’ordine non sono mancati, quest’anno si è trattato di una vera e propria caccia alle streghe, qualcuno ha deciso che i controlli dovevano essere muscolari, quotidiani e in divisa, con una squadra interforze tra carabinieri, polizia, finanza, dogana, nas. I controlli durante le tre giornate, sono risultati approfonditi, serrati, al limite dell’accanimento e nei momenti di maggior afflusso di persone creando davvero problemi a chi stava lavorando.

In tutte le edizioni passate ci sono stati controlli accurati, sono venuti sempre Carabinieri, Finanza, Nas, dogana, e sempre con un grado di discrezione normale per i controlli in un evento del genere, sempre in borghese per non dare nell’occhio e tutti gli anni le forze dell’ordine si sono complimentate per la precisione e lo svolgimento pacifico del loro lavoro e della manifestazione. Non hanno mai trovato irregolarità amministrative o penali.

Un’economia composta da aziende moderne ed ecologiche, un’economia in crescita. In un mondo giusto queste aziende dovrebbero essere sostenute per accrescere il benessere e l’economia del paese invece sono oggetto di forti limitazioni e vessate da controlli eccessivi a volte al limite della persecuzione.

Qualche esempio: le loro pagine social vengono continuamente “segnalate” e periodicamente cancellate, senza troppe spiegazioni. Gli vengono negati i servizi di pagamento con carta, senza nessuna motivazione considerato che sono aziende che operano totalmente nella legalità, le più controllate di tutto il paese, non c’è un settore economico più controllato. Non possono fare pubblicità sui social. Canapa Mundi ad esempio si è vista rifiutare l’acquisto di spazi pubblicitari su radio nazionali, su alcuni giornali, ha subito denunce da parte di parlamentari, interrogazioni parlamentari, diffide. Tutte azioni inutili, senza fondamento giuridico atte solo a disturbare e intralciare aziende che pagano le tasse, hanno dipendenti, creano economia.

Un idea di cosa sarebbe potuto essere senza questo tipo di azioni istituzionali ce la possiamo fare guardando come è andata in Spagna dove il fenomeno nasce insieme all’Italia nei primi anni duemila. La differenza è che i nostri colleghi spagnoli non hanno mai subito nessun tipo di vessazione e il mercato si è sviluppato fino a creare aziende milionarie, migliaia di negozi e posti di lavoro che superano le duecentomila unità. La Fiera del settore tra le più grandi del mondo a Barcellona.

Ci chiediamo dunque chi abbia deciso di eseguire questi interventi invasivi in una Fiera Internazionale e con quale giustificazione considerate le sette edizioni precedenti svolte senza nessuna anomalia nonostante i controlli accurati. Ci chiediamo perché dobbiamo essere cosi penalizzati rispetto ad altre Fiere.

La cannabis aiuta le donne ad avere orgasmi multipli

Rassegna Stampa 30 GENNAIO 2023 – Fonte:

https://www.repubblica.it/salute/2023/01/30/news/sesso_orgasmo_cannabis-385698078/?ref=RHLF-BG-P9-S1-T1

La struttura chimica del THC influenza le aree del cervello legate al piacere. Le conclusioni di uno studio della East Carolina University e della North Carolina State University

La cannabis potrebbe essere la chiave che le donne possono utilizzare per raggiungere l’orgasmo multiplo. Questi, in estrema sintesi, i risultati di uno studio condotto dalla East Carolina University e dalla North Carolina State University, e pubblicati sul Journal of Cannabis Research. I ricercatori ritengono che fumare cannabis prima di un rapporto sessuale o della masturbazione favorisce il rilassamento delle donne e aumenta il desiderio.
Una cura per le disfunzioni sessuali?
Questo significa che la cannabis potrebbe essere utilizzata per il trattamento di disfunzioni sessuali. Lo studio ha coinvolto centinaia di partecipanti, il 70 per cento dei quali, sia uomini che donne, ha riportato un aumento della soddisfazione sessuale dopo l’uso di cannabis. I ricercatori ipotizzano che il rilassamento sia dovuto al THC, uno dei principi attivi della pianta di cannabis più conosciuti.
Agisce sul cervello
La struttura chimica del THC è simile all’anandamide (composto chimico prodotto dal nostro organismo) del cervello, ha proprietà molto simili a quelle del THC, che agisce come un neurotrasmettitore, inviando messaggi chimici tra le cellule in tutto il sistema nervoso. Questi neurotrasmettitori influenzano le aree del cervello legate al piacere, alla memoria, alla concentrazione, al movimento e alla percezione sensoriale e del tempo. Il THC viene riconosciuto dall’organismo e può alterare la normale comunicazione cerebrale.
L’orgasmo
“Nel complesso, l’uso della cannabis tende ad avere un’influenza positiva sul funzionamento sessuale e sulla soddisfazione percepita degli individui, nonostante il sesso o l’età, e la cannabis potrebbe aiutare a ridurre le disparità di genere nel piacere sessuale – spiegano i ricercatori – . Mentre più del 90 per cento degli uomini riferisce di provare di solito l’orgasmo durante il sesso – continuano gli studiosi – meno del 50 per cento delle donne sperimenta regolarmente l’orgasmo durante il rapporto e solo il 6 per cento ha riferito di provare sempre un orgasmo durante il sesso”.
Lo studio ha anche esaminato se la cannabis può aumentare il tatto, il gusto e l’olfatto, sensi che possono “creare” o “distruggere” incontri sessuali. Oltre il 70 percento dei partecipanti ha riportato che dopo la cannabis il tatto e il gusto si intensificano e questo potrebbe aumentare la soddisfazione sessuale generale perchè i due sensi sono parti importanti durante il rapporto. E lo sono ancora di più per le donne.
 
 
 

Viaggio nella grande fiera tedesca “Mary Jane Berlin”. Venticinquemila visitatori in tre giorni ed espositori da tutto il mondo

Rassegna Stampa 22 GIUGNO 2019 – Tonia Mastrobuoni – Fonte:

https://www.repubblica.it/esteri/2019/06/22/news/la_germania_e_l_oro_verde_la_cannabis_e_un_affare_-300999607/

Viaggio nella grande fiera tedesca “Mary Jane Berlin”. Venticinquemila visitatori in tre giorni ed espositori da tutto il mondo

BERLINO – La faccia sulla maglietta è quella di Angela Merkel, ma i colori giamaicani e la scritta “no woman no cry”, non lasciano dubbi sulle simpatie del ragazzo che si avvicina allo stand del cibo per cani. “I nostri croccantini sono utilissimi”, lo informa una donna bionda sventolando una bustina viola, “soprattutto a Capodanno, quando partono i botti”. Il Cbd, una delle più importanti sostanze derivate dalla cannabis, ha importanti effetti calmanti e ansiolitici. E se può alleviare i dolori e le paure degli umani, “perché non dei cani”, aggiunge. Il ragazzo con la cancelliera stampata sul petto annuisce ma non pare convinto. Prosegue con passo lento verso una grande insegna colorata, “Cannapop”, dove si distribuiscono popcorn al Cbd. Un tizio vestito da spinello acceso, con una testa di cartapesta rosso fiammante, distribuisce strette di mano e volantini.
Alla più grande fiera della cannabis tedesca, Mary Jane Berlin, i momenti goliardici non mancano. Appena fuori dall’ingresso principale, una zelante squadra di volontari è occupata per ore a rollare la più lunga canna del mondo. Ma grazie a un settore in crescita esponenziale dopo la liberalizzazione statunitense e l’allentamento delle maglie legali in Germania – è recentissima la legge che legalizza la coltivazione della cannabis medica – al Mary Jane Berlin si parla soprattutto di affari. 

In soli quattro anni, dalla prima edizione del 2016, gli stand sono lievitati da 80 a 250. E nei tre giorni della fiera, i visitatori hanno superato ormai quota 25mila. Gli espositori sono tedeschi, olandesi, israeliani, e italiani. Tanti italiani. Giovani, laureati, preoccupati. C’è un giovane umbro green, Emanuele Sorvillo. Trent’anni, una laurea in Economia ambientale. Due anni fa ha fondato con altri due giovanissimi soci la “Narnia Cannabis”, una delle miriadi di aziende nate sull’onda della legge del governo Renzi che ha consentito la vendita di prodotti che contengono una misurata dose di Thc, una delle principali sostanze psicoattive della cannabis. “Ho investito 50 mila euro per comprare un terreno e per coltivare la canapa, che è una pianta dalla quale ricaviamo tantissimi prodotti, non solo il Thc. Produciamo anche pasta, taralli, farina, olio. Ma i margini su questi tipi di prodotti sono bassi”, il guadagno è maggiore ad esempio sul Cbd o sui principi attivi delle infiorescenze, come il Thc. “E finché c’è una criminalizzazione così generica della cannabis, tutti i prodotti sono a rischio”. Sorvillo scuote la testa: “In Italia si lamentano tanto che noi giovani scappiamo all’estero, che non troviamo lavoro. E quando decidiamo di restare, di impegnarci per qualcosa nel nostro Paese, ecco il risultato”.

Qualche stand più in là siamo attratti da un elegante scritta bianca su sfondo nero, “Crystalweed”. Accanto, una bandiera italiana. Anche il fondatore, il pugliese Angelo Desiante, è furibondo. “Ho investito 300 mila euro con mio fratello e un socio in questa azienda. Mi sono indebitato e mi ci vorranno anni per ammortizzare. E adesso arrivano un governo e una sentenza assurda della Cassazione che rischiano di distruggere tutto”. Desiante ha due lauree (una in Bocconi), ha lavorato nella finanza a Shangai e a Bangkok. È tornato in Italia “per restare” e lanciare il suo business, “che è in crescita in tutto il mondo”. La sua azienda rifornisce una sessantina tra cannabis shop, profumerie e parrucchieri con i suoi cosmetici al Cbd. “La mia generazione ha meno pregiudizi delle precedenti. Per questo sulla cannabis aveva scommesso chi ha trent’anni o meno, come me”.

Intorno a loro, migliaia di persone affollano gli stand del Cbd, che sta diventando, in Germania e altrove, il suo nuovo rimedio universale di moda tra i più giovani. Ma che può aiutare pazienti in chemio, per esempio, o malati di Sla, e a Mary Jane Berlin se ne incontrano molti. Si mescolano ai ragazzi berlinesi molto tatuati e alle tranquille coppie suburbane che guardano le growbox, serre computerizzate da interni per coltivare marijuana, volendo, in tavernetta. E a qualche consumatore borghese di Thc che osserva con interesse le growbox-armadio in radica, per tenere discretamente piante in salotto. Costa 2500 euro; in un’altro stand, un armadietto con graffiti ne costa 1500. Poi ci sono le novità per il tempo libero. Dennis Geritz della Berliner Wiese ci mostra un infuso a base di Cbd “che si può mettere in un gin tonic”. 

Georg Wurth presiede la Deutscher Hanfverband, l’associazione dei produttori di cannabis terapeutica tedesca, che riunisce 200 aziende e 3300 produttori singoli. È convinto che prima o poi, più prima che poi, in Germania e in buon parte d’Europa verrà legalizzata. “Io credo sia un divieto veramente stupido. il consumo così non non diminuisce, diventa solo un affare per chi vende illegalmente. Mentre potremmo avere una grande disponibilità di prodotti controllati e di qualità. Stiamo parlando di una sostanza che va presa seriamente. Che aiuta milioni di pazienti, che da sempre è stata consumata in modo curativo e ricreativo. E nella storia umana il proibizionismo è sempre stato una breve parentesi”. Dalla terrazza dell’Arena affacciata sulla Sprea, dalla piscina sospesa sul fiume, arrivano effluvi che non fanno pensare al Cbd. Su una nave all’attracco c’è business center, dove si fanno affari sul nuovo “oro verde”. Che qui pare mettere di buon umore tutti, tranne gli italiani.

Coffee-shop a Berlino: Così la Germania punta sulla marijuana libera

Rassegna Stampa 05 DICEMBRE 2021 Tonia Mastrobuoni Fonte:

https://www.repubblica.it/esteri/2021/12/05/news/coffee-shop_a_berlino_cosi_la_germania_punta_sulla_marijuana_libera-329087486/

Il governo Scholz ha accettato la proposta dei Verdi sulle droghe leggere. Obiettivo: battere la criminalità. E lo Stato incasserà 5 miliardi all’anno
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05 DICEMBRE 2021PUBBLICATO PIÙ DI UN ANNO FA 2 MINUTI DI LETTURA
BERLINO – A Berlino basta un ordine piazzato su Telegram e lo spacciatore compare sotto casa neanche un’ora dopo. E il catalogo è ricco, corredato di faccine ridenti, fulmini, cuoricini o – adesso che è stagione – alberi di Natale. Ecstasy, cocaina, metanfetamine, marijuana e hashish sono acquistabili in un battibaleno, in orari d’ufficio e la sera. In genere, a prezzi modici. Ma sono operazioni totalmente illegali e sostanze dalla qualità mai controllabile. È uno dei motivi per cui i Verdi tedeschi spingono dal 2015, dalla proposta di un Cannabiskontrollgesetz (Legge di controllo della cannabis), per una liberalizzazione delle droghe leggere, che sul mercato nero finiscono spesso per essere mescolate a sabbia, vetro, piombo e altre sostanze poco salutari. E ora che stanno per tornare al governo dopo sedici anni di apnea all’opposizione, i Verdi hanno vinto la loro battaglia. 

Nel contratto di coalizione del nuovo esecutivo “semaforo” (Spd, Verdi, Liberali) c’è scritto nero su bianco che il governo di Olaf Scholz liberalizzerà la cannabis “per uso ricreativo” (dal 2017 è già decriminalizzata per uso medico). La Germania si accinge così a diventare il paradiso della marijuana libera. 
Quando la legge passerà, a Hannover o Monaco, a Oberammergau, a Osnabrück fioccheranno negozi e coffee-shop con commessi che nella migliore delle ipotesi racconteranno a un pubblico rigorosamente adulto le varietà di sativa o indica come un enologo racconta la differenza tra un barbera e un nebbiolo.

Robert Habeck, leader dei Verdi, ha ricordato che un mercato controllato “stroncherebbe il mercato nero e garantirebbe allo Stato abbastanza soldi per finanziare campagne di informazione e di prevenzione”. L’Università Heinrich Heine di Düsseldorf ha calcolato che garantirebbe 3,7 miliardi di euro di introiti fiscali in più, 1,3 miliardi di euro di risparmi sulla sicurezza e 27mila nuovi posti di lavoro in più. Quasi cinque miliardi di euro che il governo tedesco si ritroverà in tasca ogni anno.
E poi c’è il discorso della criminalità. Vero, nella capitale europea del divertimento devi proprio fumare una canna davanti a un poliziotto per essere sanzionato. E in ogni caso, se dimostri di avere meno di 15 grammi di droga in tasca, te ne torni tranquillo a casa. Ma in un alcune aree devastate dallo spaccio come il Görlitzer Park, l’iper accomodante amministrazione Verde di Kreuzberg si è inventata un’esilarante soluzione per limitare l’invasione degli spacciatori e contenere la rabbia crescente di tanti abitanti del quartiere che vorrebbero portare i figli al parco. Hanno disegnato delle strisce rosse a terra e confinato gli spacciatori dietro le linee. È chiaro che una liberalizzazione della cannabis darebbe anche una bella botta alla criminalità.

Negli Stati Uniti, dove è legale in 21 Stati, uno studio ha scoperto che in quelle aree le rapine sono diminuite del 26%, gli omicidi e le violenze dell’11%. E un’altra notizia positiva che arriva dal Rapporto sulle dipendenze 2019 (Epidemiologicher Suchtsurvey) dimostra che non c’è alcuna prova che il consumo di cannabis porti ad assaggiare l’eroina o altre droghe pesanti. L’equazione “si comincia con una canna, si finisce a farsi le pere”, sventolata spesso da alcuni politici (anche italiani), non avrebbe alcun fondamento scientifico.

La Germania vara le linee guida per la legalizzazione della Cannabis

Rassegna Stampa 26 OTTOBRE 2022 – a cura della redazione Esteri – Fonte:

https://www.repubblica.it/esteri/2022/10/26/news/germania_legalizza_cannabis-371829675/

Il documento, che prevede una quantità non superiore a 30 grammi per uso personale ricreativo, sarà sottoposto alla Commissione europea. Poi potrà essere approvato dal parlamento

Il gabinetto tedesco ha approvato un documento con le linee guida della legge sulla liberalizzazione della cannabis in Germania. Questa prevede che si possa essere in possesso di una quantità della sostanza, non superiore ai 30 grammi, ad uso personale ricreativo.
“La politica sulle droghe va cambiata”, ha affermato il ministro della Salute, Karl Lauterbach, in conferenza stampa  a Berlino. Il governo tedesco vuole regolare il consumo e la produzione della cannabis per depenalizzarla e proteggere meglio anche la salute dei giovani, ha spiegato. “Il consumo della cannabis è aumentato. L’anno scorso 4 milioni di persone hanno fatto uso di cannabis in Germania. Nella fascia di età fra i 18 e i 24 anni a farne uso è il 25%”.
Il documento con le linee guida andrà adesso sottoposto alla Commissione europea e ad altri organismi di diritto internazionale, ha spiegato il ministro. Solo successivamente si potrà andare avanti nel processo normativo e una legge sulla depenalizzazione della cannabis per gli adulti potrebbe arrivare l’anno prossimo. È inoltre ancora oggetto di verifiche se si debba prevedere una soglia limite di Thc sotto i 21 anni.
Lauterbach ha spiegato di essersi a lungo occupato del legame fra uso continuativo della cannabis e il possibile insorgere di malattie come schizofrenia e psicosi, affermando di essere bene a conoscenza dell’ampia letteratura scientifica a riguardo. “Anche per questo sono stato sempre contrario in passato alla depenalizzazione. Ho cambiato idea solo nell’ultimo anno e mezzo”, ha detto rispondendo a una domanda in proposito. “Ma questa politica non ha avuto successo in Germania e proseguendo così non andiamo da nessuna parte”, ha affermato.
“Il consumo della cannabis è aumentato anche fra gli adulti e la tendenza va nella direzione sbagliata”, ha aggiunto. La legalizzazione dell’uso personale della cannabis a scopo ricreativo potrebbe andare di pari passo con una maggiore informazione anche sugli effetti collaterali, “per proteggere meglio al salute soprattutto dei giovani”.

L’erba di New York: negozi di marijuana gestiti da ex fumatori

Rassegna Stampa 26 GENNAIO 2023 di Massimo Basile – Fonte:

https://www.repubblica.it/esteri/2023/01/26/news/new_york_businessman_coffee_shop-385088496/

Negli anni ‘90 Roland Conner finì in tribunale per possesso di droga. Adesso che non è più reato per risarcirlo il comune gli ha dato il primo permesso di aprire un distributore

NEW YORK – Roland Conner era un adolescente negli anni ’90, uno di quelli che per le strade di New York dicevano frasi tipo “i pensieri positivi me li tengo per oggi, a quelli brutti ci penserò domani”. Fino a quando i pensieri brutti avevano fatto irruzione senza chiedere permesso, e lui era finito in una retata della polizia. Conner venne processato e condannato per possesso di marijuana. Adesso che ha cinquant’anni e ha vissuto nei project di edilizia sociale al Queens, Conner è tornato ad avere a che fare con l’erba, solo che invece di scortarlo in tribunale, gli hanno spianato un tappeto rosso: per risarcirlo della condanna per un reato che a New York non esiste più, gli hanno dato la prima licenza per aprire un dispensario pubblico al Greenwich Village.
È il modo con cui il municipio offre agli ex condannati per marijuana la possibilità di un nuovo inizio, un’attività destinata al successo considerata la nebbia dolciastra che avvolge le strade di New York anche alle sette di mattina. Il negozio si chiama “Smacked!” ed è stato inaugurato martedì. È il secondo, dopo quello aperto da una no-profit, ma il primo gestito da una persona con precedenti per possesso di marijuana.

“Mi sento come un topo nel formaggio”, ha confessato nella sua prima intervista, all’inaugurazione del negozio, al 144 di Bleecker Street. “Sono emozionato – ha aggiunto – all’idea di far parte della storia. Vista la mia esperienza con il genere, mai avrei pensato di trovarmi ad aprire una cosa come questa”. L’ingresso è stretto tra una cartoleria e un ristorante fusion indiano, ma una volta dentro si apre un mondo: il negozio è ampio, su due piani, con scaffali pieni di prodotti, dalla “Bomba” di erba in vendita a sessantuno dollari, ai fiori di marijuana da 73, e sigarette, ma qui suggeriscono di chiamarle “canne elettroniche”, dagli aromi tropicali. E poi infusi alla mimosa, all’arancio o rollate di nome “Blue Dream”. Il tutto circondato da arredi con disegni pop per riprodurre l’ambientazione hipster. Conner, afroamericano, si è messo in posa per i fotografi con la moglie Patricia e il figlio Darius, che ha mostrato le due dita a “vu”, in segno di vittoria. Il negozio è destinato a rappresentare un piccolo momento di svolta nella lotta alla discriminazione razziale e alle gang che controllano il mercato illegale. Altre venti attività apriranno nei prossimi mesi. Centinaia di persone sono in attesa di ricevere la licenza. Le rivendite clandestine sono più di un migliaio e spesso bersaglio delle gang: nel 2022 sono state quasi seicento le rapine negli store, quasi due al giorno. Lo store legale dovrà rappresentare la fine del mercato da sottosuolo e l’uscita di un business che, secondo lo Stato di New York, dovrebbe arrivare a più di quattro miliardi di dollari entro il 2027. “Smacked!” è aperto a clienti che abbiano almeno ventuno anni, l’età minima per cui l’uso personale di cannabis è diventato legale. Apre alle 10 e chiude alle 22. Trent’anni più tardi, Conner può cambiare modo di vedere le cose. I pensieri positivi se li tiene per oggi, ma stavolta gliene avanzeranno anche per domani. 

Che sballo”: realizzata auto fatta di cannabis, patate e carote

Rassegna Stampa 04 OTTOBRE 2013 TMNews – Fonte:

https://www.repubblica.it/green-and-blue/2013/10/04/news/che_sballo_realizzata_auto_fatta_di_cannabis_patate_e_carote-267425933/

Roma, 4 ott. (TMNews) – La Johnson Control, azienda leader nel settore della componentistica, ha annunciato di aver messo a punto una nuova tecnologia di stampaggio plastico, che include fibre vegetali nel compostaggio dei pezzi delle automobili. Dalle carote alle patate fino alla cannabis, questi materiali ridurrebbero il peso del 40%, rendendo le auto più resistenti del 30% rispetto alle normali carrozzerie in metallo.
Come riferisce la rivista Green Energy Journal Alcuni pezzi per i costruttori di auto sono già disponibili: nuovi pannelli porta realizzati con la tecnologia di stampaggio ibrido CHyM (Compression Hybrid Molding) che unisce le fibre vegetali alle resine ad alta resistenza. Utilizzando come materiale di base alcuni prodotti vegetali (amido di mais, grano, tapioca, patate) si possono produrre differenti bioplastiche adattabili a diverse parti del veicolo, tagliando le emissioni di CO2.
Le auto del futuro che tagliano le emissioni saranno composte principalmente di bioplastiche, un materiale che sta prendendo piede negli ultimi tempi per far fronte al surriscaldamento ambientale e rispettare gli impegni con l’Europa e con il pianeta di tagliale le emissioni di CO2, sia durante la produzione che nella durata (essendo più leggera consuma meno carburante), ma soprattutto al termine del ciclo di vita.
Si tratta però di una tecnologia non nuova, soprattutto se si parla di automobili. Infatti oltre ad una monoposto con volante in carote e carrozzeria in patate costruita dall’Università di Warwick in Gran Bretagna, la paternità della prima vera auto ecologica appartiene ad Henry Ford. Nel lontano 1941 egli ultimo la Hemp Body Car, un prototipo di automobile realizzato interamente con un materiale plastico ottenuto dalla canapa.

Legale, bonifica i terreni e blocca lo stress: Enecta lancia la cannabis “industriale”

Rassegna Stampa 24 Ottobre 2018 – Fonte:

https://www.repubblica.it/green-and-blue/2018/10/24/news/legale_bonifica_i_terreni_e_blocca_lo_stress_enecta_lancia_la_cannabis_industriale_-267470484/

Legale, bonifica i terreni e blocca lo stress: Enecta lancia la cannabis “industriale”

Guai a fare confusione. C’è la canapa indiana che diventa marijuana, e c’è la canapa industriale, dal bassissimo contenuto stupefacente, di cui dal 2016 in Italia è stata disciplinata la coltivazione. E siccome è straordinaria per bonificare terreni contaminati, e ricercata anche per usi alimentari, tessili, in bioedilizia e nella produzione di farmaci, ecco un boom in ettari coltivati

Canapicoltura, ultima frontiera di un’agricoltura diversa. La canapa è una coltivazione antica che in Italia, specie tra Veneto e Emilia-Romagna, ha una lunga storia, bruscamente interrotta nel dopoguerra quando le convenzioni internazionali hanno messo al bando le piante dagli effetti psicotropi.

Ma guai a fare confusione. Esiste la canapa indiana che diventa marijuana; e poi c’è la canapa industriale, o sativa, dal bassissimo contenuto stupefacente (sotto lo 0,2% di componente attivo) di cui dal 2016 in Italia è stata disciplinata la coltivazione. E siccome è un prodotto eccezionale, straordinaria ad esempio per bonificare terreni contaminati da metalli pesanti, ma ricercata anche per usi alimentari, tessili, in bioedilizia, e anche nella produzione di farmaci, ecco che di mese in mese si registra un boom in ettari coltivati.

Per capire come coltivarla operano istituti di ricerca del ministero dell’Agricoltura cvome il Crea-Ci di Rovigo: «Il nostro impegno è sviluppare conoscenze in campo agroindustriale, e trasferirle», afferma il direttore Nicola Pecchioni. «Abbiamo maturato un rilevante know-how sulle varietà della pianta di cannabis e sulle tecniche agronomiche per i suoi molti usi, ma molto può ancora essere sviluppato – continua Giampaolo Grassi, primo ricercatore della sede di Rovigo – Oltre i pregiudizi va finalmente riconosciuto il valore economico di questa coltura».

Per intendersi: un ettaro coltivato a canapa industriale per estrazione può rendere sei volte un ettaro coltivato a grano. E a lanciarsi sul business c’è una società tricolore, Enecta, che fino a un paio di anni fa operava in Olanda, ma ora ha in Italia Green Valley,azienda agricola pronta a fare da capofila dell’intera filiera. La società è specializzata nell’estrazione dei principi attivi, in particolare del CBD, il cannabidiolo.

«Le potenzialità della pianta di cannabis e dei suoi componenti vanno ben oltre quanto comunemente conosciuto. Per questo, abbiamo investito già 150mila euro in ricerca agronomica e medica, e sui metodi di analisi dei cannabinoidi, in collaborazione con istituti di ricerca e università italiane», racconta Jacopo Paolini, Ceo di Enecta. Il cannabidiolo, non solo non ha effetti psicoattivi, ma sta mostrando rilevanti qualità come ansiolitico, antinfiammatorio, antiossidante. Negli Stati Uniti è stato autorizzato come antiepilettico un farmaco a base di CBD. E in questo campo Enecta ha fatto una donazione all’Università di Genova – ospedale Gaslini.

Team italiano scopre due nuovi cannabinoidi, uno è 33 volte più potente del THC

Rassegna Stampa 10 GENNAIO 2020 – Fonte:

https://www.repubblica.it/scienze/2020/01/10/news/scoperti_2_nuovi_cannabinoidi_uno_e_piu_forte_del_thc-245401092/

Team italiano scopre due nuovi cannabinoidi, uno è 33 volte più potente del THC

l test sui topi hanno mostrato che il primo, il THCP, grazie a questa sua maggiore attività psicotropa è attivo a dosi più basse. Dell’altro cannabinoide identificato, il CBDP, si sa ancora poco. La scoperta apre a nuove soluzioni per la terapia del dolore, l’epilessia o il trattamento di ansia e depressione.

ROMA – Sono stati isolati e identificati per la prima volta al mondo due nuovi fitocannabinoidi dalla cannabis sativa. Il merito è di un team di ricerca guidato da Giuseppe Cannazza del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore), in collaborazione con il CNR-Nanotec di Lecce, la sezione di Farmacologia dell’Università della Campania e il Dipartimento di Chimica dell’Università La Sapienza di Roma.

I due cannabinoidi appena scoperti, grazie a nuove tecniche di spettrometria di massa, sono il THCP e il CBDP estratti dalla cannabis medicinale FM2 prodotta dall’Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze. Lo studio in vivo ha evidenziato che il composto THCP ha un’interazione con i recettori per i cannabinoidi 33 volte superiore rispetto al THC e proprio grazie a questa sua maggiore attività psicotropa nei test in vivo, condotti sui topi da laboratorio, il THCP è attivo a dosi più basse. I meccanismi di azione, invece, del CBDP sono ancora poco conosciuti come quelli del CBD.

La scoperta, pubblicata sulla rivista Scientific Reports, apre nuove strade verso la comprensione dell’efficacia in ambito terapeutico della cannabis, come la terapia del dolore, l’epilessia o il trattamento di ansia e depressione. “La conoscenza della composizione chimica della cannabis – spiega Cannazza – è la base per comprendere gli effetti terapeutici delle diverse varietà già utilizzate come farmaci per patologie quali forme di epilessia grave nei bambini o nel trattamento del dolore neuropatico dei malati di sclerosi multipla e cancro”.

“L’importanza di questa scoperta – aggiungono i ricercatori Cinzia Citti e Pasquale Linciano di Unimore – risiede nel fatto che finora nessuno ha mai cercato il THCP nelle diverse varietà di cannabis. Il prossimo passo sarà quello di ricercare la concentrazione di questi cannabinoidi in altre varietà al fine di scoprire il motivo per il quale alcune varietà con un basso livello di THC hanno proprietà psicotrope estremamente elevate. E una risposta potrebbe essere il THCP. Riguardo al CBD, invece, non sappiamo assolutamente che attività farmacologica potrebbe avere”.